Schiavonia, in 300 al sit-in di protesta: «Rivogliamo il nostro ospedale»

Schiavonia, in 300 al sit-in di protesta: «Rivogliamo il nostro ospedale»
MONSELICE - È stata positiva la risposta dei cittadini della Bassa Padovana all'appello lanciato dai consiglieri di opposizione di Monselice per chiedere la...

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MONSELICE - È stata positiva la risposta dei cittadini della Bassa Padovana all'appello lanciato dai consiglieri di opposizione di Monselice per chiedere la completa riattivazione della sanità locale, con la riapertura di tutti i servizi, la ricollocazione delle prestazioni saltate durante il lockdown e la tutela delle lungodegenze. Più di trecento persone, infatti, hanno partecipato con entusiasmo al sit in che si è svolto a partire dalle 10.30 davanti all'ospedale Madre Teresa di via Albere, applaudendo con foga agli interventi degli organizzatori e di tutti quelli che si sono succeduti al microfono.


Rigorose le misure di sicurezza messe in atto: dall'ormai consueta mascherina indossata da tutti i partecipanti, al cambio della cuffietta del microfono dopo ogni intervento. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere comunale Francesco Miazzi che ha spiegato il suo più grande timore: che l'ospedale Madre Teresa venga declassato. «Nel giro di pochi anni siamo passati da 4 ospedali con circa mille posti letto ad averne uno con 370 posti letto - ha detto - Oggi, dopo l'emergenza, la riapertura è solo parziale. Che la Regione abbia stanziato 6 milioni di euro destinandoli però a strutture private dice tanto sulla volontà di privatizzare sempre di più la sanità. Non possiamo accettarlo». È quindi stato il momento di ringraziare i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario, a cui è stato dedicato un lungo e sentito applauso.

INTERVENTI
Poi sono continuati gli interventi, con i cinque sindaci che hanno aderito alla protesta: Luciano Simonetto per Pernumia, Riccardo Bernardinello per Castelbaldo, Francesco Corso per Baone, Massimo Momolo per Battaglia, Damiamo Fusaro per Granze. Presente anche il sindaco di Solesino Elvy Bentani, che però non si è unito al gruppetto degli altri primi cittadini e non ha preso la parola. Particolarmente accorato è stato l'intervento di Simonetto, che ha raccontato il peregrinare cui sono stati costretti gli utenti del territorio per avere accesso alle prestazioni sanitarie, recandosi in ospedali distanti anche 50 km.


«La colpa non è di medici e infermieri. - ha tuonato - Il punto è che sono state rubate tante risorse. Azienda Zero deve essere soppressa. Questo patrimonio è nostro, le strutture appartengono alla gente. Dobbiamo avere forza e coraggio: non voglio più sentirmi dire che le cose vanno male da chi poi non fa qualcosa per evitarlo». Gli altri sindaci hanno poi evidenziato l'assenza dei colleghi che pure avevano protestato davanti all'ospedale nell'aprile scorso. «Tanti sindaci hanno abbassato il capo ora che si avvicinano le elezioni - hanno commentato - Ma qui non si tratta di un'appartenenza politica, bensì dell'importanza di rappresentare le istanze del territorio». I consiglieri di minoranza di Monselice, promotori dell'iniziativa, Miazzi, Silvia Muttoni, Rino Biscaro, Angelo Giuliani, Santino Bozza e Gianni Mamprin hanno condiviso questa considerazione e hanno promesso nuove iniziative. Hanno chiuso il sit in gli interventi di vari rappresentanti politici, come Flavio Pinton del Movimento 5 Stelle, e di rappresentanti delle associazioni di tutta la provincia, che hanno portato appoggio e solidarietà. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino