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Da oggi (sabato 20 ottobre) il Friuli Venezia Giulia, ultimo avamposto italiano prima dei Balcani, torna nell’era dei confini. Scatta la sospensione del trattato di Schengen alla (vasta) frontiera con la Slovenia. Una stretta di dieci giorni, certo, ma con vista su un periodo ben superiore. Sì, perché la Regione chiede e chiederà che i controlli possano restare in vigore «per il tempo necessario e per tutta la durata dell’emergenza». Quale emergenza? In questo momento la chiave che ha scardinato la libera circolazione nell’area Schengen è stata quella del rischio terrorismo. Ma il Friuli pensa anche e soprattutto alla Rotta balcanica, ai 16mila ingressi di migranti in un anno sul suo territorio. Alla sua tenuta, insomma. Ecco perché, dall’assessore alla Sicurezza, il leghista Pierpaolo Roberti, al presidente Massimiliano Fedriga, la voce è una sola: «Se la necessità resterà tale, sarà giusto prolungare la sospensione della libera circolazione».
LA DIREZIONE
È lampante, il Friuli Venezia Giulia non può decidere da solo di prorogare il congelamento di Schengen.
IL PRESIDENTE
Il 2 novembre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarà a Trieste per un vertice trilaterale con gli omologhi di Slovenia e Croazia. Ieri, invece, era all’altro capo del telefono con il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga. «L’intensificazione dei controlli al confine con la Slovenia non è una misura che ha preso il governo dal punto di vista ideologico. È una misura assolutamente pragmatica, nell’ottica della sicurezza interna - ha detto a margine di un incontro a Trieste -. Ho sentito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, spero ovviamente che siano misure che durino il meno possibile, però non si può che condividere la scelta del governo». Per quanto riguarda la durata della misura, Fedriga ha precisato, che «se c’è la necessità è giusto che venga prolungata. L’auspicio è che la situazione possa tornare alla normalità il prima possibile ma non è nelle nostre disponibilità saperlo e fare questa scelta, perché è collegata alle tensioni internazionali. Per questo bisogna avere la massima attenzione. Fondamentale oggi avere un controllo del territorio importante, ancor più che in passato. Già vivevamo un momento difficile per l’arrivo di ingressi illegali nel nostro territorio». Più chiaro di così è difficile. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino