Schegge nell'occhio, odissea di tre giorni per ottenere una visita all'ospedale di Pordenone

E quando finalmente l'uomo è riuscito a farsi visitare, l'oculista l'ha rimproverato per aver aspettato così tanto, quasi fosse colpa sua

Oculista (foto Pexels - cottonbro)
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PORDENONE - Nell'occhio, il cittadino pordenonese aveva quelle che sono state identificate come schegge di ruggine. O comunque figlie di materiale ferroso. Ce le aveva da tre giorni, dopo aver compiuto un lavoro di saldatura. E proprio perché ce le aveva da tre giorni, il paziente è stato anche rimproverato dall'oculista che lo ha visitato. «Come mai ha aspettato così tanto per farsi visitare?», ha detto immediatamente il dottore, come ad indicare la sottovalutazione del rischio. Ecco, proprio la risposta alla domanda del professionista serve ad inquadrare l'ennesimo caso che interessa l'Oculistica della nostra regione, e in particolare della provincia di Pordenone. Sì, perché in realtà quest'uomo si era preoccupato subito di quel dolore che avvertiva all'interno dell'occhio. Il problema è che le porte della sanità le ha trovate sbarrate.

Il calvario

Tutto è iniziato martedì sera, quando il paziente - come ha raccontato la compagna che lo ha assistito tra le mille peripezie - ha iniziato ad accusare prima un fastidio e poi un dolore a un occhio. Il giorno seguente, cioè mercoledì 7 settembre, durante la pausa pranzo dal lavoro, si è recato al Pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. «Ha effettuato correttamente il triage - spiega la compagna - ed ha atteso il suo turno». Al momento dell'accettazione era all'incirca l'una del pomeriggio. Quando è arrivato il suo momento, però, il medico oculista in servizio all'ospedale di Pordenone aveva già terminato il suo turno. «Allora l'infermiera che lo stava seguendo - ha riferito sempre la compagna del paziente pordenonese - lo ha congedato con un collirio e con il consiglio di ritornare il giorno successivo». Una leggerezza, forse, dal momento che il giorno successivo (giovedì 8 settembre) sarebbe sfortunatamente coinciso con il patrono di Pordenone, quindi con la riduzione delle attività in ospedale. «Il giorno dopo siamo tornati - prosegue il racconto - ma non c'era alcun oculista in servizio in ospedale, perché era un giorno festivo». Al paziente viene detto di recarsi eventualmente a Udine. Un ritornello già sentito, che testimonia come si sia fatto sì qualcosa per l'Oculistica pordenonese, ma non ancora abbastanza. Infine ieri mattina è arrivata la volta buona. L'uomo è stato visitato dall'oculista, il quale ha rinvenuto le schegge all'interno del suo occhio. «Perché così in ritardo?», gli ha chiesto. Nulla di quanto accaduto in precedenza era colpa del paziente.

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Il Gazzettino