Truffa delle aziende in crisi, "Scarface" collabora e confessa: ora chiede i domiciliari

La foto di Al Pacino, "Scarface", che l'indagato teneva in casa
PADOVA - È stato William Alfonso Cerbo a confessare le sue responsabilità e a svelare l’importanza nella sua banda del collaboratore Davide Genova che, da...

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PADOVA - È stato William Alfonso Cerbo a confessare le sue responsabilità e a svelare l’importanza nella sua banda del collaboratore Davide Genova che, da “semplice” indagato, ora è ai domiciliari. L’ha fatto dopo tre mesi dietro le sbarre, davanti al pubblico ministero Giulia Maria Rizzo che l’ha incontrato all’interno del carcere di San Vittore, dov’era detenuto con l’accusa di associazione a delinquere, ritenuto il capo della banda che truffava le aziende fornitrici non pagando la merce acquistata, approfittando anche del Veneto finito in zona rossa per la pandemia. 

LA DECISIONE

Una sua decisione, quella di parlare, fatta pervenire al pm attraverso il suo avvocato Giorgio Vincenzo Cotroneo (che difende anche l’altro indagato, il suo braccio destro Ugo Santoro, padovano 63enne) dopo che il tribunale del riesame aveva confermato per “Scarface” sia i gravi indizi di colpevolezza che le esigenze di custodia cautelare in carcere. Solo collaborando Cerbo avrebbe potuto ottenere i domiciliari. E così, l’11 dicembre dell’anno scorso, davanti al pubblico ministero ha confermato tutto l’impianto accusatorio del Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rovigo, Pietro Mondaini. A quel punto è potuto tornare nel suo lussuoso appartamento di City Life, il quartiere dei vip milanesi che ospita anche Chiara Ferragni. Un attico arredato con una gigantografia di Tony Montana, il boss  alfonso cerbo Scarface interpretato da Al Pacino, cui si ispirava Cerbo. Il 39enne è originario di Catania, e una precedente indagine ne avrebbe dimostrato i legami con il boss di Cosa Nostra Nuccio Mazzei: è già stato condannato anche in secondo grado per associazione mafiosa, oltre che per intestazioni fittizie, bancarotta fraudolente e corruzione. 

L’OPERAZIONE

E così, grazie anche agli ulteriori dettagli forniti da Cerbo, l’altro giorno la Guardia di finanza del comando provinciale del colonnello Michele Esposito ha eseguito tre nuove ordinanze restrittive della libertà personale: il ragioniere Davide Genova, con studio ad Albignasego, è stato posto ai domiciliari, mentre due compratori hanno l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora. Uno di questi ultimi due è un catanese, amico d’infanzia di Cerbo, che nel “giro” aveva coinvolto anche persone che conosceva da una vita e di cui aveva completa fiducia. Tra i 12 indagati dell’inchiesta, infatti, c’è pure un altro catanese, uno dei migliori amici di Cerbo, che abita con lui a City Life e che si identifica con Manolo Ribera, il braccio destro di Tony Montana. Tanto che a ottobre, sui social, quando a Cerbo il tribunale del riesame ha bocciato il ricorso e confermato gli arresti in carcere, nella sua pagina Instagram ha pubblicato un’immagine del film Scarface dove i due personaggi sono immortalati assieme. Come per confermargli la sua indissolubile amicizia. 

Tra le altre foto pubblicate sempre dall’amico sui social anche tante scattate e “taggate” a Desenzano del Garda, dove guarda caso era stato spostato il magazzino contenente la merce pronta per essere venduta in nero.

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Il Gazzettino