Palazzo Ducale, l'allarme della guida: «L’Abbondanza senza un dito, mutilazione alla Scala d’Oro»

La statua mutilata
VENEZIA - Atto vandalico o disattenzione, sta di fatto che la statua rappresentante “L’abbondanza”, posta sulla Scala d’Oro di Palazzo Ducale, ha perso il...

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VENEZIA - Atto vandalico o disattenzione, sta di fatto che la statua rappresentante “L’abbondanza”, posta sulla Scala d’Oro di Palazzo Ducale, ha perso il dito mignolo. A scoprire l’accaduto, ormai un mese e mezzo fa, è stato Sabino Rinelli, che da oltre trent’anni fa la guida turistica in città. Da esperto conoscitore anche dei più piccoli anfratti veneziani, si è accorto della perdita. «Un cretino si deve esser appoggiato o agganciato, portandolo via», ipotizza la guida. Difficile infatti capire se sia stato, dopo così tanto tempo, un atto voluto o fortuito. 


LA CAUSA
Sta di fatto però che il dito è sparito: «Oltre un mese fa ho segnalato la cosa al personale interno del Palazzo Dogale. Questa cosa è gravissima, perché quel mignolo per come è lavorato, è la ciliegina sulla torta di tutta la statua. E qualche imbecille ha toccato proprio l’unico dito sollevato dal blocco, un mignolo tutto tornito, perfetto, sollevato. Era talmente fatto bene che anche ad occhi chiusi ci si accorgeva che si trattava di una donna», prosegue la guida. L’auspicio era però un altro: «Speravo, dentro di me, che, visto che si stanno svolgendo alcuni restauri, il dito fosse prossimo a cadere e l’avessero tolto per sistemarlo. Purtroppo però nessuno sapeva nulla, ci voleva la guida da 40 anni che conosce ogni angolo, per accorgersene. Anche perché agli esami di una volta chiedevano qualsiasi minuzia». Il disappunto è tale per cui l’uomo non si rassegna: «Possibile che l’atto vandalico non sia stato notato, né denunciato da alcuno sinora? Resto basito più che attonito». Rinelli torna sul rammarico per la perdita di un pezzo di storia: «Devo dire che essendo guida ufficiale di Venezia da oltre trent’anni ho visto e rivisto migliaia di volte questo dettaglio del dito a tutto tondo, volutamente sollevato, di estrema fine fattura ed eleganza». Il contesto in cui si trova la statua, cioè “di passaggio” avrà favorito o l’atto vandalico o la disattenzione: «È nella seconda rampa della Scala d’Oro, a destra c’è la “Carità”, che ha le dita spezzate da sempre, mentre a sinistra c’è l’“Abbondanza” che era integra e con la cornucopia. Del resto, la Serenissima voleva far da subito capire le cose più importanti sin dall’ingresso, anche per avere una nomea internazionale di rilievo». 


IL VESSILLO


Non è però l’unica mancanza, quella che ha rilevato negli anni la guida: «Piccole cose dopo i restauri sono capitate, come strisci dopo le mostre temporanee o vetri piombati scheggiati». Ce n’è però una di cui Rinelli non si capacita: «Da tempo è sparita la bandiera turca di Lepanto dalla Sala dell’Armeria. Mi son sempre chiesto se un giorno la potessero rimettere, anche perché rappresenta una delle più grandi vittorie della storia della Serenissima, una battaglia simbolica. Ho chiesto dove potesse esser finita, mi è stato riferito al Correr, ma lì non c’è. Non vorrei che fosse stata tolta per non infastidire qualche delegazione magari turca, ma dispiace ancor di più che sia sparita nel nulla».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino