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VERONA - «Confermo quello che ho detto ieri: non è una chiusura alla costruzione di un percorso comune da qui ai prossimi giorni per arrivare poi ad un centrodestra veramente unito al ballottaggio. È un no al tecnicismo e alle logiche che sanno poco di dialogo con le persone». Lo afferma oggi Federico Sboarina dopo il no all'apparentamento con Forza Italia e Flavio Tosi rispondendo a chi gli chiede di commentare l'invito a ripensare il rifiuto all'apparentamento con Tosi. «Il confrontarsi, il trovare una sintesi su quelli che sono progetti, programmi, percorsi, deve essere fatto da oggi ai prossimi cinque anni - ricorda il sindaco di Verona - . È un percorso che è una porta assolutamente aperta». Sboarina chiarisce: «io continuo a sottolineare il fatto che quello che ho detto ieri è un rivolgersi all'elettorato veronese del centrodestra, perchè oggi la partita è tra due persone: una candidato sindaco, il sottoscritto, che rappresenta il centrodestra e una persona che rappresenta, invece, la sinistra». «Oggi, come è successo sempre 5 anni fa, come succede sempre nei ballottaggi, c'è un candidato sindaco, che rappresenta un'area valoriale e progettuale, contro un altro candidato sindaco, che ha già governato - conclude Sboarina alludendo alla coalizione di centrosinistra che ha già gestito in passato la città - e ha dimostrato quello che è riuscita a fare: Niente».
Confronto con la Meloni
«Il centrodesta si era già presentato diviso, ma questo fa già parte del passato. Io non sono uno di quelli che va avanti guardando lo specchietto retrovisore: oggi ci sono due candidati e la volontà da parte mia è quella di trovare una sintesi di programma. Con Giorgia Meloni ci siamo confrontati, ci sono state delle riflessioni fatte a 360 gradi però è altrettanto vero che questa è Verona e ritengo che i veronesi abbiano il diritto che vengano fatte le scelte per i loro bene e il loro futuro, per fare in modo che la città rimanga nel campo di centrodestra». «La maggioranza dei cittadini ha dimostrato al primo turno che sta da quella parte del campo - conclude - . E questo non riguarda solo quelli che hanno votato me ma anche Flavio Tosi, che si è proposto alche lui come un candidato di centrodestra».
La riapertura di Tosi
Intanto Tosi riapre a Sboarina: «Aspettiamo novità da lui - dice all'Adnkronos - noi l'apertura l'abbiamo fatta e ribadita più volte». Ma è possibile arrivare ad un'intesa anche senza un apparentamento, visto che oggi Sboarina parla della ricerca di una sintesi di programma? «Assolutamente no - risponde categoricamente Tosi - Non è
accettabile essere trattati come dei paria, è indispensabile pari dignità».
Patrizia Bisinella
Un candidato del centrodestra «cocciuto e sordo», con una «visione miope della politica» e che non tiene conto che al ballottaggio può pesare a favore dello sfidante del centrosinistra Damiano Tommasi «l'incognita dell'astensionismo». È una analisi politica che non fa sconti a Federico Sboarina quella di Patrizia Bisinella moglie di Flavio Tosi ma soprattutto con un passato politico di primo piano prima nella Lega poi in una lista civica a Verona. «Continuo ad essere stupita - sottolinea in una conversazione con l'Ansa - Verona ha praticamente bocciato l'azione amministrativa di Sboarina, c'è una parte di centrodestra che lo ha votato ma, c'è un 24% di centrodestra che non lo ha votato e lui ora invece di allargare la squadra si arrocca».
L'appoggio di Renzi a Tommasi
«Domenica si vota al ballottaggio a Verona, io a Verona voterei Damiano Tommasi». Cosiì Matteo Renzi, durante la puntata di stamane di "L'Aria che Tira", su La7. Il leader di Iv, che al primo turno nella città scaligera aveva sostenuto Flavio Tosi, poi 'abbandonatò per l'adesione di Tosi a Forza Italia., ne ha accennato parlando della legge elettorale - «se fosse passata 6 anni fa la riforma costituzionale e una legge elettorale con il ballottaggio - ha detto - oggi sceglierebbero i cittadini» - «C'è un'unica legge elettorale che funzione, quella del sindaco d'Italia - ha sostenuto Renzi - Domenica si vota per i ballottaggi, io a Verona Damiano Tommasi, a Catanzaro,invece voterei Donato. Si sceglie il sindaco e si governa per 5 anni».
Ignazio La Russa
«L'importante è trovare un accordo sul progetto e, aggiungo io, sulla squadra», rispetto alla quale, «se ce ne fosse bisogno, sono pronto a fare da garante». Lo dice il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa, circa la possibilità di un'intesa o meno tra Federico Sboarina e Flavio Tosi per il ballottaggio per l'elezione del sindaco di Verona. «L'apparentamento - spiega l'esponente di Fdi - tecnicamente non conviene, visto che finisce per avvantaggiare chi resta all'opposizione. Tanto è vero che negli ultimi venti anni se ne possono contare sulle dita di una mano, nel 90 per cento dei casi ci si limita ad un endorsement. Del resto la stessa Giorgia Meloni ha invitato Sboarina a salvaguardare l'unità del centrodestra, senza specificare in quale forma». «Da un punto di vista mediatico anch'io avrei preferito la strada dell'apparentamento, ma probabilmente Sboarina ha ritenuto opportuno cercare l'unità del centrodestra senza però offrire maggiori spazi allo schieramento che potrebbe finire all'opposizione. E quindi ha invitato Tosi a condividere un progetto e, aggiungo io, anche se non ne ha parlato per pudore, una squadra. E su questo, se ce ne fosse bisogno, sono pronto a fare da garante. Quindi, 1-1, e ripartiamo. Conosco Tosi, l'obiettivo deve essere vincere, non fare la ripicca, perciò -conclude La Russa- non cerchi la fuga nascondendosi dietro un motivo tecnico».
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