Cecilia morta in laguna a 12 anni, sott'accusa l'onda di un lancione

Cecilia morta in laguna a 12 anni, sott'accusa l'onda di un lancione
 È bastato un secondo a trasformare una serena gita domenicale in una tragedia immensa. La vittima è una ragazzina di 12 anni, Cecilia Piva di Mira....

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 È bastato un secondo a trasformare una serena gita domenicale in una tragedia immensa. La vittima è una ragazzina di 12 anni, Cecilia Piva di Mira. Troppo gravi le lesioni riportate ieri nello scontro della barca su cui si trovava con tutta la famiglia: è deceduta nel trasporto in pronto soccorso. L'ennesimo schianto in laguna, l'ennesima morte, ma stavolta la vittima ha 12 anni. LA DINAMICA - Ore 17.45. Su quel motoscafo ci sono Roberto Piva di 46 anni, la compagna (44enne), la ragazzina di 12 anni e il fratello di 14. La giornata passata al Lido di Sant'Erasmo, in zona Bacan. Fa caldo ed è l'ideale per riposarsi nella zona di secca: la barca si rimette in moto, all'altezza del Mose succede qualcosa. Un'onda più forte delle altre sposta il motoscafo, che finisce contro una briccola.

 
La ragazzina, che è seduta a poppa, viene sbalzata fuori, cade in acqua e viene risucchiata dall'elica, che le strappa un braccio.
 

Il padre della ragazzina non ci pensa un secondo e si butta in acqua per salvarla. Le sue condizioni, da subito, appaiono disperate. Vengono allertati i soccorsi: sul posto, intervengono la capitaneria di porto e le volanti della polizia, la lancia del Suem e i vigili del fuoco, che arrivano anche con il nucleo sommozzatori. I primi a soccorrere la famiglia, però, sono un gruppo di persone a bordo di un gommone di passaggio che ha assistito alla scena. Sono loro a chiamare 118 e 113 e a prestare il primo aiuto alla famiglia.
CORSA CONTRO IL TEMPO
Quando arriva la lancia del Suem è chiaro che le speranze sono ridotte al minimo. Le sue condizioni sono disperate, ha perso molto sangue ed è svenuta. Per salvare la vita alla ragazzina è una corsa contro il tempo: la barca del pronto soccorso procede a tutta velocità verso l'ospedale civile. La dodicenne, però, non riesce nemmeno ad arrivare al pronto soccorso: il suo cuore smette di battere lungo il tragitto. Il fratello e la 44enne di Spinea vengono portati via dalla polizia, il papà invece viene accompagnato in ospedale. Anche lui, nell'impatto e nel tentativo di salvare la figlia, ha riportato delle lievi ferite. L'uomo, però, viene portato in ospedale soprattutto per il suo pesante stato di choc. Difficilmente potrà dimenticare quelle immagini e quel momento così traumatico.
LE INDAGINI

Adesso starà alla capitaneria di Porto ricostruire con esattezza l'accaduto ed accertare eventuali responsabilità. Se a causare l'impatto sia stata la velocità del motoscafo o se quell'onda anomala, che avrebbe fatto perdere il controllo del timone a chi stava conducendo la barca, sia stata provocato da un altro mezzo acqueo. Perché pare che a causare l'onda sia stato un lancione granturismo. In tal caso, i coinvolti nel caso potrebbero essere di più di quelli a bordo del motoscafo da cui è caduta la ragazzina. A coordinare le indagini, il pubblico ministero veneziano Fabrizio Celenza. Starà al magistrato, nelle prossime ore, decidere se disporre l'autopsia sul corpo della piccola. Probabile anche che venga ordinata una perizia tecnica per eliminare qualunque dubbio sulla dinamica dell'impatto.
 
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Il Gazzettino