Satira su Mattarella, il vignettista Fantin minacciato passa al contrattacco

Il vignettista Beppe Fantin
Pesantemente attaccato, criticato e addirittura minacciato per aver disegnato e pubblicato una vignetta satirica con protagonista il Presidente della Repubblica, Sergio...

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Pesantemente attaccato, criticato e addirittura minacciato per aver disegnato e pubblicato una vignetta satirica con protagonista il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A finire nell’occhio del ciclone il vignettista trevigiano Beppe Fantin. L’artista, non nuovo a simili disavventure, ha deciso di passare al contrattacco e si è affidato al’avvocato Fabio Capraro, e valuta di sporgere denuncia per diffamazione e minacce nei confronti dei suoi detrattori.


GLI ATTACCHI
Il caso scoppia sui social il 4 maggio. Sulla pagina Facebook personale “vignettista Beppe Fantin” compare una vignetta satirica che coinvolge il Capo dello Stato, attaccato da Fantin per la recente vicenda della scarcerazione dei boss mafiosi, a cui erano stati concessi i domiciliari. Dopo la pubblicazione l’autore è stato bersaglio di alcuni messaggi privati di minacce, accompagnate da offese pesanti.
Qualche esempio? “Okkio che facciamo partire la denuncia”, “sei un C******e”, “Qui scatta la denuncia”, “muori cane”.
«Ho voluto dare la mia interpretazione, quella vera, quella che mi ha portato a disegnare la vignetta - racconta l’artista - Non ho mai pensato che Mattarella non fosse all’altezza del suo incarico, anzi quando è stato eletto  sapevo della morte del fratello per mano mafiosa e subito il pensiero è andato dalla parte della giustizia e onestà. Sicuro che avrebbe intrapreso la lotta contro la mafia e i suoi crimini per il bene del nostro Paese».

Qual’è stato lo spunto per la creazione della vignetta?
«La delusione, l’amarezza di non aver sentito il suo nome durante le scarcerazioni immotivate di alcuni boss pericolosi -spiega Fantin- Stiamo vivendo un periodo di grandi difficoltà in cui ogni singolo individuo si sente fragile, inerme e ha bisogno di affidarsi a chi ha potere decisionale sperando in una bella notizia, necessaria per continuare a vivere serenamente e consapevoli che nel nostro paese qualcosa di buono ancora c’è. Ho seguito tutto quello che era successo, i casi del 41-bis raccontati da uno straordinario Massimo Giletti, ho letto delle minacce che anche lui ha subito ma non ho visto il mio Presidente della repubblica intervenire. Credo che quanto accaduto sia molto grave. Ora da quello che dicono i Tg, sembra che il Ministro Bonafede voglia fare un passo indietro, revocare i domiciliari per il ritorno in cella. Ma la domanda che mi faccio ora è: “Siamo sicuri che saranno tutti pronti a tornare in cella”?».

IL PRECEDENTE
Lo stile dissacrante di Beppe Fantin gli ha già fatto guadagnare gli onori della cronaca nel recente passato. Nel 2019, in occasione della Festa del papà Fantin pubblicò una vignetta, raffigurante due mamme che accompagnano il loro figlioletto, tenendolo per mano, mentre lui esclama: “Auguri papà”. Anche in quel frangente l’artista ha subito un vero e proprio linciaggio sulla Fanpage di Trevisotoday, dove la vignetta era stata pubblicata. A tuonare contro anche gli omosessuali italiani che sul sito Gay.it pubblicarono un duro intervento. A prendere le difese del vignettista e della libertà di espressione furono il parlamentare trevigiano della Lega, Massimo Candura, ed il suo collega Simone Pillon, a sua volta spesso finito al centro delle polemiche per le sue posizioni definite come ultracattoliche


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Il Gazzettino