Sassi dal ponte del Valecenter, solo tre dei nove ragazzini si sono costituiti

MARCON La passerella ciclopedonale da cui è avvenuto il lancio di sassi
MARCON - Altre due famiglie si sono presentate, anche se all’appello ne mancano ben sei. Con quella che, lunedì scorso, si è “costituita”...

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MARCON - Altre due famiglie si sono presentate, anche se all’appello ne mancano ben sei. Con quella che, lunedì scorso, si è “costituita” già all’indomani del lancio di sassi dal ponte ciclopedonale sopra via Mattei, tra il Valecenter e l’Uci Cinema di Marcon, solo un terzo dei genitori dei ragazzini ha dunque preso coscienza del pericolosissimo gesto compiuto dai loro figli domenica pomeriggio, quando questi ultimi hanno lanciato (o “lasciato cadere”) dei sassi contro le auto, colpendone una. E il Comune, con il sindaco Matteo Romanello in prima fila, vuole convocarli tutti «perchè - spiega - quanto è avvenuto non può essere derubricato ad una semplice “bravata”».


INDAGINI
Se le indagini dei carabinieri procedono anche con l’ausilio dei filmati del sistema di videosorveglianza sempre attivo nell’intera area commerciale, il Comune intende procedere sotto il profilo sociale. Perché - attenzione - il gruppo di nove ragazzini che ha lanciato i grossi sassi presi dalle fioriere interne del Valecenter, è stato interamente identificato: si tratta perlopiù di tredicenni (anno più, anno meno) tutti di Marcon, tutti italiani e, come si dice, “di buona famiglia”. 
Il sindaco Romanello, in un post pubblicato domenica sulla sua pagina Facebook, aveva espressamente chiesto ai ragazzi e alle loro famiglie “di presentarsi spontaneamente in municipio”, e lunedì mattina l’appello era stato subito seguito dal papà di uno dei ragazzini. «Martedì è arrivata poi la richiesta di un appuntamento da parte di altre due famiglie, che ho incontrato oggi (ieri per chi legge ndr.) e che ho apprezzato per essersi fatte avanti». 
In questo caso, a differenza di quello di lunedì quando in municipio si è presentato il tredicenne accompagnato dal papà, il sindaco ha incontrato solo i genitori dei ragazzi. «Abbiamo discusso con loro per parlare dell’accaduto - riprende Matteo Romanello -. Sono emerse versioni contrastanti su quanto accaduto, che rimando comunque ai carabinieri perché le indagini non spettano sicuramente al Comune, anche se mi risulta che siano spontaneamente andati anche in caserma per esporre la loro testimonianza».


VERSIONI DIVERSE
Di fronte ai loro genitori i ragazzini si sarebbero difesi dicendo che si sarebbe trattato solo di un “gioco” o di uno “scherzo”. «Ho apprezzato le tre famiglie che si sono presentate, ma ce ne sono altre sei che probabilmente non hanno preso coscienza di questa vicenda. - aggiunge il sindaco -. Per questo la prossima settimana avvieremo un percorso convocando tutti i genitori di questi nove ragazzini, con la presenza degli assistenti sociali. Le famiglie devono capire che la responsabilità dei loro figli, a questa età, è in capo a loro, e il Comune è a disposizione per offrire un aiuto sotto l’aspetto educativo e sociale». 


Tra le ipotesi c’è anche quella di far eseguire alcuni piccoli lavori ai ragazzini durante l’estate, con la presenza di un educatore e delle stesse famiglie. «Sono convinto che questa vicenda vada chiusa lasciando un segno, a prescindere dal “pentimento” - conclude Romanello - . E continuiamo ad aspettare le altre sei famiglie: da parte nostra c’è la massima disponibilità al dialogo».
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Il Gazzettino