Sara, abbandonata a 2 anni e morta a 26. L'appello della famiglia alla madre: «Non venire al funerale»

Stefania Di Grazia e la figlia Sara Rizzotto
CONEGLIANO - Unite nella vita. Come sorelle, più che come cugine. E unite nell’ultimo addio. Il funerale di Sara e Jessica sarà celebrato insieme....

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CONEGLIANO - Unite nella vita. Come sorelle, più che come cugine. E unite nell’ultimo addio. Il funerale di Sara e Jessica sarà celebrato insieme. Probabilmente nella chiesa di San Martino a Conegliano. Il giorno è ancora da stabilire, la Procura del Tribunale di Pordenone ha disposto l’autopsia sui corpi delle due giovani, che verrà eseguita martedì. Soltanto successivamente sarà rilasciato il nulla osta per la sepoltura e le famiglie potranno stabilire la data delle esequie. Un giorno penoso, un ultimo addio straziante che, però, potrebbe fornire l’occasione per riallacciare vecchi legami che la vita ha spezzato. Come quelli con la mamma di Sara, che l’aveva partorita giovanissima per abbandonarla al padre Luca Rizzotto. Recidendo il filo che la teneva legata a quella bimba di 2 anni, poco più, e a quell’uomo che aveva sposato ma poi aveva capito non fare più parte della sua vita.

LA SPERANZA
«Questi dolori possono sanare le crepe che il tempo ha creato. Io e il papà di Sara siamo stati una famiglia. Possiamo essere uniti nel ricordo della nostra bambina» premette Stefania Di Grazia che, qualche anno fa, aveva ricominciato a sentire la figlia anche se solo virtualmente, attraverso Messenger. Piccoli tentativi di riannodare quanto si era disfatto tanto tempo prima. Un vuoto che Sara aveva colmato in parte grazie alla presenza costante della nonna e del papà. E in parte ricorrendo all’aiuto di un professionista per sistemare i puzzle della sua vita.

IL TIMORE
Ma i familiari che con Sara hanno vissuto giorno dopo giorno, l’hanno vista crescere e diventare donna, cercano di tenere fuori quella donna che, per loro, non è mai stata una mamma ed è stata solo fonte di preoccupazione. «Le abbiamo chiesto di rispettare il nostro dolore» dicono i parenti, proteggendo i due papà che, in questa storia, non ci vogliono entrare. Ma Stefania Di Grazia risponde con poche parole: «Sono pur sempre la madre. Non lasciamo che il rancore ci condizioni». E poi, taglia corto: «Non aggiungo altro. Mi farò seguire da un legale perchè al processo contro il pirata che ha ucciso mia figlia mi costituirò parte civile. Non si può spezzare la vita di una giovane donna, mamma di due figlioletti, in questo modo. È una barbarie».


Gli amici dei due papà parlano, però, di Stefania Di Grazia come di una ferita mai richiusa. E dicono: «Ci siamo detti disponibili a inviarle foto e filmati per non escluderla dal funerale, ma pensiamo che la sua presenza, quel giorno, potrebbe rappresentare un dolore che si aggiunge a dolore. Le chiediamo di rispettare la disperazione di due famiglie che dicono addio a figlie che hanno cresciuto, giorno dopo giorno. Ci sarà tempo e modo per riallacciare vecchi fili. Non quel giorno». La mamma, dal canto suo, ricorda che le aveva scritto alcuni messaggi: «Uno quando era nata la sua seconda figlia e un altro a novembre per il suo compleanno. Ho tanti ricordi di quando era piccolina. Poi, me ne sono andata, ma le cose erano cambiate e pian piano la preparavo per il grande momento. L’avrei rivista di persona. Un sogno, però, che non si avvererà mai più».
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Il Gazzettino