Sappada assetata d'acqua dopo il passaggio al Friuli: il Veneto la disseta

Le autobotti in arrivo a Sappada
SAPPADA - Anche ieri è continuato l’andirivieni delle due autobotti di Bim Gsp da San Pietro a Sappada. Come accaduto nei giorni precedenti, dalla fine di dicembre....

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SAPPADA - Anche ieri è continuato l’andirivieni delle due autobotti di Bim Gsp da San Pietro a Sappada. Come accaduto nei giorni precedenti, dalla fine di dicembre. Di buon mattino i due mezzi erano già posizionati nel piazzale del plesso scolastico di Presenaio per riempire le cisterne d’acqua, operazione necessaria per coprire le utenze del bacino sappadino, collocato verso il Comelico, che è in sofferenza. Mentre un’autobotte sale, l’altra staziona davanti alle vuote aule delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e si riempie.


FILM GIÀ VISTO
Si sta replicando quanto accaduto cinque anni fa, quando Sappada rappresentava l’ultimo lembo nordorientale della provincia di Belluno, prima della Carnia e prima della sua aggregazione alla Regione Friuli Venezia Giulia, a seguito del referendum indetto nel 2008 e al termine del lungo iter durato quasi un decennio. Appena passati quattro anni, dalla legge 182/2017, che di fatto ha dato il via libera al passaggio e all’addio di Plodn, che ha salutato il Veneto con armi e bagagli e tanta soddisfazione per il risultato raggiunto. Trascorsi i tempi necessari per trasferire le competenze e i vari servizi, ora la vicina realtà veneta ritorna “buona ed utile” per l’importante supporto idrico, che consente di rifornire i rubinetti sappadini, provati, in questo periodo, dall’aumento delle utenze attive con l’ingente numero di turisti che affollano la località sciistica. Secondo dichiarazioni ufficiali rilasciate a margine di incontri tenuti proprio sulla gestione idrica, gli abitanti residenti ammontano, infatti, a poco più di 1.300, che salgono a oltre 10mila nei periodi turistici invernali ed estivi. E dal punto di vista logistico e del trasporto seguire la direzione lungo il tratto della regionale “355 Val Degano” dell’Acquatona è sicuramente preferibile rispetto a quella della Cleva, necessariamente da percorrere per rifornirsi a Forni Avoltri.


COSA SUCCEDE
Dal primo gennaio dello scorso anno la gestione del servizio idrico integrato del Comune di Sappada viene effettuato dalla Consulta d’ambito Friuli centrale. Dal punto di vista operativo nulla è cambiato per gli utenti e, a quanto pare, nemmeno per le emergenze dovute a carenza idrica, che come nel 2017 vengono colmate con l’acqua dell’idrante pubblico di Presenaio, di via Dante Alighieri, gestito da Bim Gsp. Nel febbraio del 2018, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha emanato una legge con le disposizioni urgenti relative al distacco del Comune sappadino dal Veneto e all’aggregazione alla nuova realtà. All’articolo 2, al fine di garantire la continuità dei servizi, la legge regionale promuove forme di collaborazione con la Regione Veneto, la Provincia di Belluno e i competenti organi statali, per coordinare l’attività necessaria a garantire la piena realizzazione del processo di aggregazione. Le forme di collaborazione possono riguardare anche enti, aziende e società facenti capo alle rispettive amministrazioni interessate.


L’INCOGNITA


Nel frattempo, Bim Gsp e Cafc hanno stipulano un contratto di trasferimento dei cespiti del servizio idrico integrato, a fronte di una perizia di valutazione dell’effettivo valore residuo. Concluso l’iter burocratico, Plodn ha lasciato il primo gestore, quello bellunese, per approdare al secondo. Tra i cittadini del Comelico, in particolare di San Pietro, rimane però l’incognita su chi graverà l’ampia operazione di approvvigionamento di questi giorni, in termini di personale, mezzi e risorse: su un’eventuale, al momento non nota, convenzione fra i due gestori idrici, a carico della realtà rimasta “a secco”, su un capitolo del bilancio di Villa Poli o su quello di Bim Gsp. E sono soprattutto queste ultime due ipotesi ad infiammare la polemica.

 

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Il Gazzettino