Le morti e il direttore della casa di riposo dividono la comunità carnica di Paluzza

La casa di riposo Brunetti a Paluzza
PALUZZA (Udine) Divisa praticamente a metà, la comunità dell’Alta Valle del But, in Carnia tra i monti del Friuli,  ha accolto la rinuncia...

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PALUZZA (Udine) Divisa praticamente a metà, la comunità dell’Alta Valle del But, in Carnia tra i monti del Friuli,  ha accolto la rinuncia all’onorificenza del direttore della casa di riposo “Brunetti”, Alessandro Santoianni, con opposte reazioni, da chi quel gesto se lo auspicava, anzi lo pretendeva, a chi invece riconoscendo comunque il lavoro svolto in questi mesi, stigmatizza le strumentalizzazioni politiche sorte in questi giorni.

IL SINDACO
«Non voglio entrare nella polemica – taglia corto il primo cittadino di Paluzza, Massimo Mentil - mi dispiace che il lavoro che è stato fatto a San Vito al Tagliamento e che ha avuto il riconoscimento del presidente della Repubblica, sia stato strumentalmente accostato ai decessi che purtroppo abbiamo registrato nella nostra comunità. È chiaro che trovare il colpevole è il gioco preferito dagli italiani – aggiunge ancora Mentil – sappiamo che tutti sono commissari tecnici e oggi anche medici. Mi dispiace che la rinuncia sia legata ai problemi di Paluzza e per questo esprimo la mia solidarietà al direttore che ha lavorato al meglio, rimanendo giorno e notte a disposizione nella struttura; con lui in questo periodo drammatico abbiamo cercato di assumere le decisioni in piena sintonia, cercando di gestire una situazione davvero complicata. E su questo fronte so che c’è stata piena comunione di intenti anche con il dottor Agostinis, che con noi si è impegnato a trovare soluzioni».
«ESPERIENZA COMPLICATA»
Santoianni proprio nelle scorse settimane aveva raccontato al Gazzettino di una “esperienza complicata”, aggiungendo che «al dolore che rimane per i nonni venuti a mancare (la struttura ha registrato 22 vittime tra i 120 ospiti, di cui 17 riconducibili al covid-19, ndr) rimane il cruccio di non essere stati capiti dai familiari; eppure oggettivamente abbiamo fatto il massimo dinnanzi a una situazione delicatissima dove si è rivelata determinante la scelta di ospedalizzare al massimo la struttura, contrariamente a quanto per esempio fatto in Lombardia».
I PARENTI
Sono proprio alcuni parenti delle vittime invece sui social a interrogarsi su come sia stato possibile che sia stato proposto questo riconoscimento, dopo la presa di posizione del vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini, che aveva definito «uno schiaffo ai morti della struttura» la decisione di attribuire il cavalierato a Santoianni. Parenti che si chiedono come sia stato possibile il focolaio sul finire di marzo dopo che già all'inizio dello stesso mese la struttura era stata interdetta alle visite dei parenti. «A me la politica non interessa – ha scritto sulla bacheca del vicesindaco paluzzano Scrignaro uno dei familiari di un anziano ospite che non c’è l’ha fatta - condivido il fatto che non ci sia stato “rispetto” per i nostri morti e per noi familiari. Per me è come se mia mamma fosse morta per la seconda volta».

Per Raffaella fortunatamente il direttore ha riconosciuto che la nomina «non era per lui, visto che purtroppo sono morti tanti anziani, tra cui la mia adorata nonna e quello che risulta essere ancora più grave è che sono volati via in solitudine senza l’affetto dei propri cari». Altri ancora giudicano la rinuncia “un atto dovuto”. «Sicuramente non gli manca la personalità per gestire anche questa situazione – chiosa il sindaco Mentil, cercando di spegnere gli scontri – in questo momento bisogna avere rispetto di tutti, del dolore dei familiari per la perdita dei loro cari prima di tutto ma anche di chi si è speso in prima persona per questa emergenza senza precedenti, soffrendo pure lui per quanto accaduto. Quando si arriverà a fare piena luce su questi mesi credo emergerà che tutti i protocolli sono stati rispettati e forse allora il suo gesto di rinuncia avrà il dovuto significato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino