Turismo cafone sulle Dolomiti. Lo sfogo dell'alpinista Santi - Santiago Padros: «Basta, questa è falsa sostenibilità»

Santiago Padros
VAL DI ZOLDO - Anche “Santi”, Santiago Padros, premiato con il Pelmo d’Oro 2023 per l’alpinismo in attività, sbotta su una montagna presa...

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VAL DI ZOLDO - Anche “Santi”, Santiago Padros, premiato con il Pelmo d’Oro 2023 per l’alpinismo in attività, sbotta su una montagna presa d’assalto. E quasi mortificata: che sia da parte degli sprovveduti in infradito o da chi si lancia dalla vetta con la tuta alare. Coloro che praticano il base jumping con uso di elicottero, sono, in realtà, solamente la punta dell’iceberg: «Rappresentano la goccia che fa traboccare il vaso – sintetizza – non me la prendo direttamente con loro, ma dico basta a questa falsa sostenibilità turistica, basta all’eli-sport, basta ad impianti e al marketing industriale».


A dare la stura allo sfogo la sua recente esperienza, raccontata in un post: la salita in Civetta, venerdì 25 agosto, sulla Torre Venezia, lungo la via Tissi. Alle 6 e mezza di mattina girava già l’elicottero nel cielo sopra il Civetta. E, come quando si sente la sirena di una ambulanza, si pensa al peggio: «I miei primi pensieri sono andati ad una uscita in volo per soccorso dopo la tempesta serale del giorno prima». Ma il Soccorso alpino proprio non c’entrava. Quell’elicottero non aveva carichi sospesi per lavori in montagna e neppure stava andando a rifornire il rifugio Torrani. 


«Ore 6.45. Di nuovo l’elicottero, lo vedo scendere a Capanna Trieste – è il racconto- ed ecco tre persone in tuta alare sopra la nostra testa, missili sparati verso il nulla, uomini che volano. Poi altri due, e altri tre. Che dire? Siamo una specie incredibile noi uomini, riusciamo a fare delle cose pazzesche». Preso da curiosità, Santi ha guardato le targhe delle auto, per capire la provenienza del gruppo: «Francesi ed austriaci si sono divertiti con altri cinque salti, così, buttandosi, grazie a più di dieci voli da Torre Trieste, Busazza, Cima delle Nevere». Il commento è velato di ironia e tristezza: «E’ bellissimo vedere praticare questo “sport” alimentato da un elicottero. In verità, anche se non è compito mio, mi chiedo quanto sia fuorilegge».


Santiago Padros ha 48 anni, è guida alpina da quando ne ha 22. Per 17 anni è vissuto stabilmente in Val di Zoldo. Guarda il presente del nostro turismo dolomitico con realismo. Lo fa anche con un mea culpa. «Quest’estate sto soffrendo molto la massificazione e l’industrializzazione dell’outdoor. Pure io, peraltro, nel mio piccolo, sono uno dei colpevoli. Anche io ho venduto attività in montagna, alimentando questo commercio. Per questa situazione mi scuso, natura». Certo a massificare non sono i turisti che, prudentemente, sia affidano alla corda delle guide. E ai colleghi “professionisti dell’outdoor” Padros si rivolge: «Noi guide abbiamo un compito sempre più difficile, gestire le nostre attività con il massimo rispetto per l’ambiente».


La vicenda vissuta da Santiago Padros nella zona della Civetta è solo uno dei casi che ha dato occasione al Club alpino italiano di mettere nero su bianco la posizione ufficiale a proposito dell’uso ludico dei mezzi motorizzati: «Primo tra tutti l’elicottero che è sicuramente il più impattante. Tale posizione è data anche dalla convinzione che non è questo il modello di sviluppo turistico che giova alla montagna». E’ andato giù chiaro il presidente generale del Club alpino italiano, Antonio Montani, invitando tutte le sezioni «a rispettare le posizioni ufficiali del sodalizio, astenendosi da iniziative inappropriate». 


Non un caso che la tutela della montagna e lo sviluppo sostenibile dei suoi territori siano il tema del 101esimo Congresso nazionale del Cai - intitolato “La montagna nell’era del cambiamento climatico” - che si terrà a Roma sabato 25 e domenica 26 novembre 2023. 

 

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Il Gazzettino