A 78 anni torna libero ma è sorvegliato speciale: «Mio padre condannato un'altra volta»

La figlia difende il padre condannato che ha pagato la sua pena per maltrattamenti
SANTA GIUSTINA - «Mio papà condannato per la seconda volta: è un’ingiustizia». È lo sfogo di Fides Fregona, figlia di Franco Anacleto...

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SANTA GIUSTINA - «Mio papà condannato per la seconda volta: è un’ingiustizia». È lo sfogo di Fides Fregona, figlia di Franco Anacleto Fregona, 78enne di Santa Giustina che prese 3 anni e 4 mesi per maltrattamenti e lesioni alla moglie Anna Maria Dal Col. Fregona ha pagato il suo conto con la giustizia, ma, anche se non è più in cella, la limitazione della sua libertà non è finita. Il Tribunale di Venezia, sezione misure di prevenzione, gli ha applicato la misura della sorveglianza speciale, proposta dalla Questura. Il 78enne, tramite il suo avvocato Marco Cason, presenterà appello. Ma intanto ieri è arrivata la doccia fredda: per due anni il pensionato non potrà andare in comune di Santa Giustina, dove tra l’altro era residente prima di andare a Baldenich e dove possiede un’abitazione. Una proprietà che però sta andando all’asta per pagare il risarcimento alla moglie, che non ha mai versato in questi anni. 

LO SFOGO
È stata la figlia Fides, prima e dopo la detenzione, a ospitare il padre, che ha la pensione minima. «Si giustifica quel provvedimento - afferma la figlia - dicendo che mio padre è ancora pericoloso, basandosi tra l’altro sulla relazione fatta dall’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) anni fa, appena entrato in carcere. È così pericoloso però può restare a casa mia, con mia figlia minorenne?». «Mio padre è demoralizzato - racconta Fides -, depresso. Non può tornare nella sua casa, non esce mai e dipende da noi. Non potrebbe mai pagare un affitto con poco più di 500 euro di pensione e nessuno ci aiuta: la stessa polizia, quando l’11 maggio mio padre è uscito dal carcere, mi ha detto che dovevo accoglierlo io in casa». «Un uomo che ha lavorato una vita, ma viene trattato così da anziano - prosegue - . La nostra Costituzione dice che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. Per mio padre questo non vale? Si è fatto i suoi anni in cella e deve ancora pagare?». 
IL PASSATO

La storia di Anna Maria Dal Col e dei 50 anni di violenze subìte, commosse l’Italia e venne raccontata anche nel programma sulla violenza di genere “Amore Criminale”, su Raitre. «Ora che esce ho paura», aveva detto la donna e tramite l’avvocato Giorgio Azzalini aveva sollecitato le forze dell’ordine a prendere provvedimenti. La relazione della Questura per la misura di prevenzione è dell’8 maggio scorso «per la sua dimostrata pericolosità, a tutela dell’incolumità della moglie e dei famigliari». Lunedì l’udienza e ieri il decreto del collegio di giudici veneziani. Hanno accolto le richieste della Questura, ma applicando la misura solo per 2 anni, invece di 3. «Desta preoccupazione -dicono i giudici - il fatto che lui non sia mai pentito». Nella proposta del questore c’era anche la misura del braccialetto elettronico, rigettata dal Tribunale.
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino