Sanità, sciopero confermato il 13 maggio. L'assessore Riccardi: «Troppi conflitti». E sfiducia il direttore dell'ospedale

il vicepresidente del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi
PORDENONE  - I sindacati della sanità del Pordenonese hanno annunciato oggi la bocciatura dell'ipotesi di accordo proposta dall'Azienda sanitaria Friuli...

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PORDENONE  - I sindacati della sanità del Pordenonese hanno annunciato oggi la bocciatura dell'ipotesi di accordo proposta dall'Azienda sanitaria Friuli occidentale in merito alle richieste avanzate a tutela dei lavoratori. Per questa ragione, lo sciopero generale della sanità proclamato per il prossimo 13 maggio rimane confermato. Durante un incontro, le organizzazioni dei lavoratori hanno spiegato che il documento sottoposto da Asfo contemplava modifiche sostanziali rispetto all'accordo del 2021 sulle maggiorazioni legate ai turni, di cui i sindacati chiedevano invece il rispetto integrale, così come accade nelle altre Aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia.

Per i sindacati, «la distanza con le posizioni esposte dal direttore generale di Asfo, Joseph Polimeni, sono incolmabili». Le organizzazioni di categoria hanno inoltre reiterato la richiesta di dimissioni dello stesso dirigente. Secondo il vicepresidente del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, intervenuto sul tema a margine di un incontro a Trieste, «queste posizioni inconciliabili non sono più sostenibili. È chiaro che qualcosa non funziona. Io ho provato con tutte le forze a cercare di mediare. Direi che la misura è colma, io farò i passi che ho sempre cercato di evitare perché credo che i conflitti vadano composti. Ma vedo che non ci sono elementi per comporli quindi dovremo usare quelle misure che contrattualmente ci sono consentite».

Potrebbe quindi esserci un cambio ai vertici? «Esamineremo quelli che sono gli spazi contrattuali - ha puntualizzato - ma io non posso continuare a vedere continui conflitti: abbiamo già poche energie, ne abbiamo spese tante nel corso della pandemia, adesso quelle che ci rimangono dobbiamo utilizzarle in maniera positiva. Qui non si tratta di dare ragione a uno o all'altro, ma è evidente che le condizioni che oggi escono, dopo anche lo sforzo che ho fatto io a livello personale, sono inaccettabili».

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Il Gazzettino