Sanità, il 10 per cento dei padovani rinuncia alle cure: non trovano posto nel pubblico e non possono pagare il privato

Lo dice l'ultimo report di Associazione nazionale pensionati di Cia Padova

Rinuncia alle cure (foto Pexels - Kampus Production)
PADOVA - Il 10% dei padovani rinuncia alle cure. Non trovano posto nella sanità pubblica e non riescono ad affrontare i costi del privato. Lo dice l'ultimo report di...

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PADOVA - Il 10% dei padovani rinuncia alle cure. Non trovano posto nella sanità pubblica e non riescono ad affrontare i costi del privato. Lo dice l'ultimo report di Associazione nazionale pensionati di Cia Padova. «Le liste d'attesa sono al collasso, con prestazioni che risultano non prenotabili (le agende delle visite specialistiche sono strapiene da qui al prossimo anno e mezzo), nonostante le impegnative prescritte dal medico di base siano a 30 giorni o 60 giorni - riporta l'Anp - In tanti sono costretti a rivolgersi al privato».

Rinuncia alle cure

In media, calcola l'associazione, coloro che hanno bisogno di essere seguiti costantemente da un punto di vista clinico, come gli anziani, arrivano a spendere 730 euro l'anno per le visite mediche specialistiche.  «Si tratta di una cifra insostenibile - dice Carlo Miatello, presidente di Anp Cia Padova - in particolare per i 54.407 pensionati padovani che “beneficiano” di un assegno fino a 750 euro al mese (il 26,96% del totale dei pensionati, che nel padovano sono 201.762, secondo gli ultimi dati Istat). Di questi, oltre la metà sopravvive, è il caso di dirlo, con la pensione minima: dallo scorso 1. luglio è stata rivalutata a 599,82 euro al mese per chi ha almeno 75 anni; 572,20 euro, invece, per coloro che hanno meno di 75 anni. In pratica – precisa Miatello – una buona percentuale di pensionati è tenuta a decidere se curarsi, comprarsi da mangiare o pagare le bollette. Purtroppo, secondo la nostra ultima ricerca, la tendenza sembra essere quella di risparmiare sulle spese mediche. E questo, peraltro, non vale soltanto per i pensionati, ma anche per quei single e famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, magari perché hanno dei redditi bassi o sono precari».

L'assistenza

Non solo. Sempre secondo lo studio di Anp, attualmente in provincia vi sono 34 mila invalidi che abbisognano di un’adeguata assistenza, che tuttavia non viene loro garantita. «La politica, tanto a livello nazionale che regionale, sembra essersene dimenticata - prosegue Miatello - Manca pure una specifica strategia relativamente alle case di riposo: ci sono sempre meno posti. A motivo dei rincari generalizzati e dell’inflazione galoppante, spesso una mera speculazione, nel 2024 le rette delle Rsa potrebbero incrementare anche di 400 euro al mese. Un’ulteriore uscita destinata ad erodere i già risicati redditi di molti nuclei famigliari padovani». Fra le altre questioni sul tavolo, Anp Cia guarda con preoccupazione agli effetti che potrebbe avere la nuova proposta di legge regionale 200 del 2023, che prevede il passaggio ai Comuni delle funzioni una volte delegate alle Ulss. «Non ci sono i finanziamenti necessari per portare avanti questa riforma – conclude il presidente di Anp Cia Padova – La già carente rete territoriale sarà destinata a scomparire: a rischio i servizi essenziali, in particolare nei paesi più piccoli». In merito ai grandi temi del sociale e della sanità, «Anp sta organizzando una maxi mobilitazione, con banchetti nelle piazze e volantinaggi ad hoc. Oltre a incontri sul territorio aperti a tutti i cittadini. Le Istituzioni sono chiamate a dare delle risposte, subito».

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Il Gazzettino