Sanità: emergenza primari, raffica di pensionamenti ci sono 23 posti da coprire

Sanità: emergenza primari, raffica di pensionamenti ci sono 23 posti da coprire
PORDENONE - Diventa sempre più complesso il nodo primari dell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo). Ad agosto...

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PORDENONE - Diventa sempre più complesso il nodo primari dell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo).

Ad agosto salirà a quota 23 il numero di professionisti da sostituire tra ospedali e servizio territoriale, perché andrà in pensione anche Francesco Tomei, primario nonché fondatore (nel 1995, a Motta di Livenza e dal 2000 a Pordenone) del primo nucleo di quella che è oggi la struttura di Procreazione medicalmente assistita (Pma), che ha sede a Sacile, un'eccellenza a livello nazionale.
Non dorme sonni tranquilli il direttore generale Joseph Polimeni il cui nuovo incarico si è aperto con un'agenda piuttosto complessa.
L'EMERGENZA
L'emergenza primari si sta infatti acuendo, perché dopo le dimissioni della primaria di Radiologia del Santa Maria degli Angeli, Silvia Magnaldi, il prossimo agosto Tomei andrà a ingrossare le fila dei professionisti che nell'ultimo anno hanno abbandonato la Asfo, lasciando posti che a oggi non sono stati ancora coperti (o sono coperti da facenti funzione).
Ammontano a una ventina i primari da rimpiazzare nel Friuli Occidentale, perché a quelli dello scorso anno, in primis in Cardiologia e Pneumologia, si aggiungono quanti se ne andranno nel 2020: tre entro il primo trimestre e Tomei entro l'estate. Soltanto un mese fa il commissario straordinario della Aas5 (oggi Asfo), Eugenio Possamai, accompagnato dal vicegovernatore del Fvg con delega alla Salute Riccardo Riccardi, aveva inaugurato la nuova sede della Pma che trova posto al secondo piano dell'ospedale di Sacile, in locali più ampi e funzionali rispetto a quelli utilizzati per tanti anni nel padiglione A del Santa Maria degli Angeli. Il trasferimento è stato fortemente voluto dal precedente direttore generale della Aas 5, Giorgio Simon (andato in pensione nel maggio dello scorso anno, ndr) che fu lungimirante nel capire come nei prossimi anni il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita sarà destinato ad aumentare notevolmente.
«I risultati che celebriamo oggi aveva detto Riccardi all'inaugurazione hanno radici profonde, figli della capacità di operare scelte coraggiose ispirate da un modello di cultura della salute per il quale è prioritario dare risposta ai bisogni dei cittadini, organizzando il sistema nel miglior modo possibile affinché sia capace di offrire qualità al singolo guardando alle vocazioni del territorio. Un territorio che, come nel caso di Sacile, intende accogliere le istanze delle generazioni future».
La Pma che Tomei lascia al suo successore è un dipartimento in pieno sviluppo che ha compiuto i primi passi nel 1995, arrivando, attraverso una costante crescita di prestazioni e qualità, agli oltre 700 cicli concretizzati nel 2018 e alla possibilità, operativa da quest'anno, di procedere anche a diagnosi preimpianto capaci di evidenziare eventuali patologie genetiche nei futuri genitori. Non ultimo, la crioconservazione del tessuto ovarico a completamento di quella ovocitaria per la preservazione della fertilità.
POLEMICHE E DUBBI

La notizia del suo addio circolava da qualche tempo nei corridoi ospedalieri, ma soltanto nei giorni scorsi, in concomitanza con l'incontro voluto da Polimeni con i primari ospedalieri, per la prima colta nella sala convegni dell'Unione Industriali, quella che prima era soltanto una voce è diventata certezza. «A ritmo di 6 concorsi l'anno precisa il consigliere regionale Nicola Conficoni (Pd) sarà ben difficile sostituire 23 professionisti in tempi ragionevoli. La programmazione va necessariamente rivista».
Alessandra Betto
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Il Gazzettino