Ulss 3, arrivano 12 super ambulatori con 28 milioni di Pnrr e Regione

Il distretto sanitario di Favaro
MESTRE - «Un incarico dettato sia da motivi di urgenza per procedere con la massima celerità all’approvazione del progetto da porre in gara considerati i tempi...

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MESTRE - «Un incarico dettato sia da motivi di urgenza per procedere con la massima celerità all’approvazione del progetto da porre in gara considerati i tempi stretti previsti dal Pnrr, sia per motivi economici di risparmio considerato che la fase progettuale iniziale può essere in parte riutilizzata». Basta questa frase, inserita nell’incarico per la progettazione esecutiva del nuovo distretto sanitario di Marghera, per capire che adesso si deve correre e non si può perdere altro tempo, pena la restituzione dei fondi in arrivo dall’Europa. 

VIA ALLA CORSA
Nel giro di un paio di mesi, dopo uno stallo durato anni, l’Ulss 3 ha acquistato l’ex asilo delle suore di piazzale Municipio a Marghera, portato a casa la variante del Comune che consentirà anche di valorizzare (cioè cedere) l’attuale sede di via Tommaseo, ed ora sottoscritto l’incarico all’ing. Maria Stefania Fattoruso per “disegnare” il nuovo distretto ed andare poi subito all’appalto. Per capirsi, Fattoruso aveva già firmato nel 2016 il progetto preliminare del distretto che sarebbe dovuto sorgere al posto di quello di via Tommaseo: una demolizione e ricostruzione ipotizzata ben sei anni fa, ma poi i piani sono cambiati fino ad arrivare a quelli attuali per un distretto che alla fine costerà 7,8 milioni di euro, potendo però contare su 4 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come “Casa della comunità e presa in carico della persona”. La progettista ora riprenderà in mano i disegni iniziali, adattandoli all’area appena acquistata dall’Ulss 3 Serenissima. Tutto tempo risparmiato, insomma.

GLI INTERVENTI
Nel territorio dell’Azienda sanitaria veneziana le “Case di comunità” - strutture nei vari distretti che dovrebbero essere il luogo fisico di prossimità dove la comunità può entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria, con un’attenzione particolare ai pazienti cronici non più costretti a fare sempre riferimento all’ospedale - saranno complessivamente dodici: poliambulatorio del Lido, poliambulatorio ospedale di Venezia, poliambulatorio di via Cappuccina a Mestre, Marcon, Favaro, Martellago, Noale, Mira, poliambulatorio ospedale di Dolo, cittadella socio-sanitaria di Cavarzere, poliambulatorio ospedaliero di Chioggia e, appunto, distretto di Marghera.
Complessivamente gli interventi costeranno quasi 28 milioni di euro (alcune strutture sono già a posto), di cui 16.650.000 messi a disposizione dal Pnrr e i restanti 11.290.000 euro di fondi regionali. Oltre a Marghera, l’altro intervento più corposo è previsto nel distretto di via Cappuccina, che sarà ampliato nella parte retrostante con un investimento di 7,3 milioni, mentre interventi fra i 2,6 e i 3 milioni di euro sono programmati a Mira, Marcon e Chioggia.

LA ROAD MAP


Non si scherza, dunque. E si scherza ancora meno se si pensa che tutto dovrà essere completato e reso operativo entro il 2026, cioè nel giro di quattro anni, con progettazioni e gare d’appalto che dovranno essere di fatto chiuse tra quest’anno e il 2023. «Tempi stabiliti non tanto dalla Regione, ma dallo stesso Pnrr e assolutamente da rispettare» sottolinea il direttore dei Servizi sociosanitari dell’Ulss 3 Massimo Zuin. «Le Case della comunità avranno una funzione intermedia tra il distretto e le attività di base - aggiunge Stefano Vianello, direttore della Funzione territoriale dell’Azienda sanitaria veneziana. Potranno anche essere inseriti dei medici di medicina generale, anche se gli ambulatori rimarranno ovviamente nel territorio, ma l’obiettivo è di inserire la diagnostica di primo livello delocalizzando quello che fanno attualmente gli ospedali soprattutto per i malati cronici». E se questa è già una sfida ai tempi biblici della burocrazia, l’altra partita sarà quella di trovare i medici per “riempire” le nuove strutture. Anche se questa scommessa, ovviamente, non compete all’Ulss.

 

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Il Gazzettino