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PORDENONE - Il soccorso arriva dalla sanità veneta, così vicina territorialmente a quella della nostra regione ma in alcuni casi (vedasi le fughe dei professionisti oltre il confine regionale) apparentemente così diversa. Il settore, invece, è uno bello noto: la Radiologia, piombata in una crisi senza fine ormai da tempo per la mancanza di professionisti che vogliano intraprendere questo percorso e garantire così la continuità della diagnostica a beneficio dei pazienti. L'ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda l'ospedale di San Vito al Tagliamento. No, questa volta i neonati e il punto nascite non c'entrano. Qui si parla di raggi, tac, esami comuni. Che non si riescono più a fare. Così, per provare a smaltire almeno un po' del lavoro in sospeso e in arretrato, l'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale è stata costretta ad andare sul mercato. E da dove hanno risposto? Dal Veneto. Anzi, più correttamente dal privato veneto.
LA PROCEDURA
È tutto pubblico, oltre che noto.
LE CAUSE
Non si può assolutamente dire il contrario. I vertici dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ci hanno provato e riprovato. Sono state bandite gare, sono stati ritoccati verso l'alto i compensi, ma apparentemente in questo momento non c'è niente da fare. Di radiologi pronti ad accettare su due piedi un posto nella sanità pubblica non ce ne sono. Sono spariti. «Come da comunicazione della competente struttura aziendale di gestione del personale dipendente - si legge infatti nella delibera dell'AsFo -, la situazione di criticità di personale nelle discipline di Radiodiagnostica ed equipollenti non solo permane ma risulta essere- nel frattempo ulteriormente aggravata». Si parla chiaramente dell'impossibilità «di individuare un profilo idoneo in grado di attivare il servizio di guardia medica radiologica». Si fa anche riferimento a «liste di attesa da evadere e di attività non procrastinabili». L'AsFo individua in tutto questo anche una priorità, che corrisponde alle indagini tomografiche, banalmente la diagnostica per immagini. Quindi anche una Tac. Alle spalle, tre procedure finite deserte, con una sola manifestazione di interesse che poi non si era trasformata in una vera partecipazione alla gara. Anche quella volta il nome era di un privato.
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Il Gazzettino