Sanità pubblica, l'Asfo dovrà sborsare un milione e mezzo per l'appalto di alcuni servizi

Per non lasciare i pazienti a piedi e non far lievitare allo stesso tempo una protesta

Sanità pubblica, l'Asfo dovrà sborsare 1 milione e mezzo di euro per l'esternalizzazione di alcuni servizi
PORDENONE - In questo momento, caratterizzato da innumerevoli difficoltà che non dipendono neppure dalla Regione, tanto meno dalla singola azienda sanitaria, la soluzione...

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PORDENONE - In questo momento, caratterizzato da innumerevoli difficoltà che non dipendono neppure dalla Regione, tanto meno dalla singola azienda sanitaria, la soluzione è quasi obbligata. Per non lasciare i pazienti a piedi e non far lievitare allo stesso tempo una protesta sempre pronta a esplodere, bisogna appoggiarsi al privato accreditato. Una specie di “stampella” della sanità pubblica che se utilizzata correttamente può rappresentare anche un salvavita degli ospedali stessi. Ma tutto questo ha inevitabilmente un costo, che diventa notizia quando in soli tre mesi si supera (e non di poco) il milione di euro. È quello che succede nell’ambito dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale: i conti sono resi noti attraverso la programmazione trimestrale delle spese legate all’assistenza ai pazienti ceduta al privato per far fronte alle richieste. E appunto il conto supera il milione. In soli 90 giorni.


IL QUADRO
Ci sono delle voci che naturalmente pesano più di altre. Riflettono in modo speculare le difficoltà del sistema in alcune branche della medicina ospedaliera. Il primo esempio è quello della radiologia, un settore in cui si fa una tremenda fatica a trovare specialisti in tutta Italia, mica solo nel Friuli Occidentale. I concorsi deserti, la continua ricerca di addetti: nessuno vuole lavorare in ospedale per garantire ad esempio le Tac o le risonanze. La cosiddetta diagnostica per immagini. Ed è un bel problema. Per questo negli ultimi mesi l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale è andata a caccia di cliniche private in grado di coprire le necessità dei pazienti, che continuano com’è normale ad avere bisogno di esami urgenti e non. Da non sottovalutare, anche se storicamente più datato, anche il meccanismo figlio dei pochi posti letto: a pesare, infatti, non sono solo gli esami di Radiologia, ma anche la necessità di usufruire degli spazi delle cliniche private per i ricoveri. E in questo caso il nome da cerchiare in rosso è quello del policlinico San Giorgio di Pordenone. La stessa struttura ospita anche una quota importante di parti (sono circa 700 negli ultimi dodici mesi) dirottati in qualche modo dal servizio pubblico grazie alle convenzioni. Seguono poi alcune voci minori: alcune figlie ancora della pandemia e altre consolidate.


I CONTI


Il totale rende l’idea della portata del fenomeno: l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale nei primi tre mesi dell’anno in corso spenderà quasi un milione e 400mila euro per le attività che gioco forza devono essere trasferite al sistema esterno rispetto all’ospedale. Nel dettaglio la cifra esatta raggiunge il milione e 392mila euro. E la proiezione sui dodici mesi porta il “tassametro” a più di 5,5 milioni di euro. Cifra necessaria a garantire la continuità di diversi servizi sanitari. Analizzando il documento pubblicato dall’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, emerge come il servizio più costoso continui ad essere quello dei ricoveri destinati al Policlinico San Giorgio, per un totale superiore agli 800mila euro solo per i residenti in Friuli Venezia Giulia. La clinica “Sanysistem”, invece, come acconto trimestrale da gennaio a marzo dell’anno in corso riceverà dal sistema pubblico della sanità più di 48mila euro per i residenti nella nostra regione. Un altro nome noto è quello della clinica privata “Diagnostica 53”.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino