San Vito. I migranti sono salvi: non resteranno in strada al freddo, arrivano i soldi dal governo

Profughi migranti in fila alla Questura
SAN VITO (PORDENONE) - Non rimarranno sulla strada, come si temeva solo qualche giorno fa, i 20 stranieri richiedenti e titolari di protezione internazionale accolti nella...

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SAN VITO (PORDENONE) - Non rimarranno sulla strada, come si temeva solo qualche giorno fa, i 20 stranieri richiedenti e titolari di protezione internazionale accolti nella cittadina. Gli appelli della giunta non sono caduti nel vuoto. Il prefetto di Pordenone Natalino Domenico Manno si è interfacciato con il Ministero dell'Interno sulla questione e ha comunicato al sindaco Alberto Bernava che a breve il governo finanzierà la prosecuzione del servizio.

L'INIZIATIVA

Il progetto "Le Rondini", gestito dal Comune nell'ambito del Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione), scade il 31 dicembre. L'amministrazione comunale aveva presentato al Ministero la domanda per proseguire con l'iniziativa il 4 maggio, seguita da solleciti nei mesi successivi. In assenza di risposte, nei giorni scorsi il vicesindaco Giacomo Collarile ha annunciato la sospensione del progetto e del relativo monitoraggio. Una decisione presa a malincuore e comunicata tempestivamente allo stesso Ministero, al servizio centrale del Sai, alle prefetture di Pordenone, Udine e Trieste, all'Ufficio Rifugiati Onlus, alla Caritas di Udine e alla cooperativa sociale Nuovi Vicini di Pordenone, che gestisce l'accoglienza nel sanvitese. Il tutto attraverso un'email in cui Bernava, a nome dell'amministrazione, ha espresso «forte preoccupazione per il futuro dei soggetti accolti» e spiegato che si ritiene «poco garantista, nei confronti delle persone interessate, un'accoglienza che allo stato attuale può andare fino al 31 dicembre». Le considerazioni sono state ribadite in una lettera inviata al Ministero dal prefetto, «il cui intervento è stato puntuale sottolinea Bernava ed efficace».

LA LETTERA

Nel documento Manno ha evidenziato che il progetto, avviato nel 2018, «rappresenta un importante punto di riferimento per gli immigrati del territorio, oltre che un efficace modello di collaborazione tra ente locale e realtà del terzo settore; i finanziamenti finora ottenuti hanno, infatti, permesso di raggiungere importanti risultati in termini di integrazione e inclusione degli ospiti nella comunità, essendo loro coinvolti in attività di apprendimento della lingua italiana e di formazione in ambito lavorativo, grazie alle quali per alcuni di essi è stato possibile, al termine del periodo di accoglienza, intraprendere un percorso autonomo di vita». «Il mancato rifinanziamento del progetto ha osservato il Prefetto determinerebbe il venir meno di una preziosa opportunità per gli stranieri richiedenti e titolari di protezione internazionale, i quali si vedrebbero privati di tutte le forme di assistenza previste, alloggio incluso». La missiva, con cui è stata evidenziata da Manno «l'importanza che tale progetto riveste per i beneficiari dello stesso, nonché per il territorio in cui si inserisce», ha portato ad uno sblocco della situazione dopo mesi di incertezza, culminati negli ultimi giorni con l'annuncio della sospensione delle nuove richieste di accoglienza «fino alla comunicazione ufficiale era stata la precisazione del sindaco di un atto formale di prosecuzione del progetto». Ora si vede la luce in fondo al tunnel. Le 20 persone accolte, tra singoli individui e nuclei familiari, sono ospitate in quattro strutture abitative. Tra i paesi di provenienza, l'Afghanistan, il Pakistan, alcune zone dell'Africa, l'Iraq e l'Ucraina.

San Vito è tra le poche realtà del Friuli occidentale che hanno aderito alla rete Sai. Il tema dell'accoglienza diffusa è sentito nella cittadina ed è stato uno degli argomenti principali di un incontro delle scorse settimane tra sindaco e prefetto. La giunta Bernava punta ad implementare i progetti di accoglienza e ad affrontare le nuove sfide dell'emergenza migratoria. Non a sospenderli, come è successo in quella che potrebbe rimanere una parentesi.

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Il Gazzettino