S. VENDEMIANO (TREVISO) - Costa complessivamente 6mila euro a un giovane pievigino la leggerezza di essersi messo in sella a un ciclomotore in apparenza abbandonato la notte del...
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Il gruppo sarebbe arrivato in ordine sparso tanto che un paio di giovani andò a bere qualcosa in un bar a circa 500 metri da La Scala prima di entrare in quest'ultimo locale. Ghizzo si ritrovò a un certo punto solo e «appiedato» vicino a La Scala, con i due amici che lo attendevano al bar. Come da lui stesso spiegato nel dibattimento, vide appoggiato lungo il ciglio della strada un "Ciao Piaggio" del quale si servì per andare al bar.
Strada facendo il 26enne (privo di casco e alticcio) venne fermato dalla Polizia Stradale a cui spiegò che il motorino non era suo. Uno degli agenti ricordò di avere contattato il proprietario del mezzo, il quale gli avrebbe riferito che lo stesso era rimasto parcheggiato vicino all'istituto Marco Fanno in un luogo aperto al pubblico in cui sarebbe stato trovato un lucchetto tagliato.
In sede di conclusioni il pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione di Ghizzo dall'accusa di ricettazione del motorino per insufficienza di prove, istanza a cui la difesa si è associata sostenendo che «ci troviamo di fronte a un comportamento deprecabile e censurabile, ma non a un reato». Il giudice Piera De Stefani ha invece derubricato l'accusa originaria in «furto d'uso» infliggendo al 26enne una multa di 200 euro. Il pievigino è stato poi ammesso al patteggiamento per l'accusa di guida in stato di ebbrezza: la pena applicata è stata di 5.800 euro di ammenda. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino