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PORDENONE - Il Comune che mette a disposizione la sua palestra per ospitare l'evento, sollevando così la Pro Loco da un bel fardello. La reazione stizzita e un po' scomposta di un parroco che fuori dalla sua chiesa accoglie in bella mostra il volantino della conferenza in mezzo agli altri avvisi destinati ai fedeli. E ancora il "credo" liberista e garantista di un sindaco che solo pochi mesi fa concedeva il patrocinio al Gay Pride di Pordenone. È un intrigo che infiamma la discussione, l'incontro previsto per mercoledì prossimo con l'avvocato anti-gender Gianfranco Amato in calendario a San Martino al Tagliamento.
E ci finisce in mezzo anche la sezione locale degli alpini. Non tanto come sodalizio, ma per merito o colpa di un singolo membro, firmatario della prima richiesta destinata all'ottenimento di uno spazio per la conferenza.
GLI SVILUPPI
«Sia chiaro - spiega il sindaco di San Martino al Tagliamento, Francesco Del Bianco -, il Comune non ha dato alcun patrocinio e vigilerà che chiunque non commetta apologia di reato».
L'INTRIGO
Primo: l'incontro con il discusso avvocato Gianfranco Amato si farà. Secondo: il Comune offre i locali ma non mette il suo "marchio". Terzo, la Pro Loco di San Martino ha lasciato la scena, anche se sul volantino (ormai superato) è indicata ancora la tensostruttura alle spalle della biblioteca del paese. Ad intervenire è anche il presidente della Pro Loco del piccolo paese, Mauro Zanette. Cerca di tirare le fila di quanto accaduto, ci tiene a spiegare una sostanziale e provata estraneità del sodalizio di San Martino. «La Pro Loco - è la sua difesa - è fatta per aggregare le persone del paese, non per dividerle. La richiesta della tensostruttura è arrivata da un membro degli alpini di San Martino - rivela il presidente della Pro Loco -, ma quando gli è stato chiesto a quale scopo mirasse, ha glissato. A quel punto non abbiamo più potuto concedere l'ok alla struttura e abbiamo passato al materia al Comune. Mi sono attivato immediatamente e il Comune ha agito di conseguenza. Non vogliamo passare per quello che non siamo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino