Imprenditore cieco chiede l'autista all'Inps: «Do lavoro, paga lo Stato»

Vinicio De Martin con la lettera all'Inps
SAN FIOR - «Mettetemi a disposizione un autista con patente B che mi accompagni al lavoro, nei cantieri e dai clienti». La particolare richiesta, indirizzata all'Inps,...

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SAN FIOR - «Mettetemi a disposizione un autista con patente B che mi accompagni al lavoro, nei cantieri e dai clienti». La particolare richiesta, indirizzata all'Inps, arriva da un artigiano ipovedente di San Fior. I costi per questo servizio? «Chiedete il pagamento al mio socio di maggioranza, lo Stato italiano» afferma senza mezzi termini.


Vinicio De Martin ha 60 anni e lavora da quando ne ha 15. Da cinque anni e mezzo è ipovedente e non può guidare, ma ha un'azienda, la Avos di Colle Umberto specializzata nella produzione di infissi in legno, da mandare avanti e sette dipendenti sulla coscienza. La sua, spiega, è la storia di un artigiano trevigiano «che oggi lavora solo per mantenere lo Stato».

Stanco della sua situazione, «ho avuto per qualche tempo una pensione di invalidità, poi il governo Monti me l'ha tagliata» spiega l'artigianato, ha preso carta e penna ed ha scritto all'Inps. Precisa la richiesta: «Chiedo di mettere a mia disposizione un autista patente B per potermi spostare per lavoro in quanto non ho la patente, essendo ipovedente, non percepisco alcun assegno di accompagnamento, non ho la pensione e sono costretto a mandare avanti l'azienda, nonostante l'assenza di reddito, almeno fino al 2016, anno presunto della pensione. Vi chiedo di comunicarmi - prosegue nella lettera - a partire da che data avrò a disposizione l'autista da me richiesto, l'autovettura non serve visto che potrà usare la mia, e se ci fossero eventuali spese di richiederne il pagamento al mio socio di maggioranza, lo Stato italiano, alla cortese attenzione del capo del governo Letta che potrà rivalersi sui signori Mario Monti e Elsa Fornero».


La richiesta, ad oggi, è rimasta senza una risposta. «C'è crisi di mercato - aggiunge l'artigiano - i guadagni sono sotto zero e per spostarmi nei cantieri devo sempre appoggiarmi a qualcuno, come per raggiungere l'azienda da casa. Un costo di circa 600 euro al mese. Sono stanco di questa situazione: chiedo allo Stato di guardare in faccia noi piccoli artigiani che ci sta spremendo con tasse e imposte. Pago i contributi trimestrali - chiude De Martin - con i soldi di mia moglie e del suo lavoro part-time». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino