Maltrattamenti in casa di riposo. Il direttore: «Massima severità con i responsabili. Verificheremo la storia legale dei nuovi assunti»

Maltrattamenti in casa di riposo. Il direttore: «Massima severità con i responsabili. Verificheremo la storia legale dei nuovi assunti»
SAN DONÀ - I cinque dipendenti della casa di riposo "Monumento ai Caduti" finiti agli arresti al momento sono sospesi dal lavoro, mentre l'identità...

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SAN DONÀ - I cinque dipendenti della casa di riposo "Monumento ai Caduti" finiti agli arresti al momento sono sospesi dal lavoro, mentre l'identità degli altri quattro indagati a piede libero non è ancora stata comunicata ai legali della Rsa. A fare il punto è il direttore Maurizio Padovan, a cui è affidato il delicato incarico di occuparsi della gestione operativa della struttura, e al quale molti dei familiari degli anziani hanno riconosciuto un "cambio di rotta" nelle relazioni e nelle richieste presentate dalle famiglie.

I cinque arrestati sono stati sostituiti?
«La copertura del personale è assicurata spiega Padovan- Sulla posizione di arrestati e indagati sono stati interessati i nostri legali e il consulente del lavoro. Gli indagati sono persone che lavorano nella nostra struttura da molto tempo. L'esito, come promesso dall'amministratore delegato di Isvo Paolo Dalla Bella, sarà il più duro possibile».

L'amministratore delegato Dalla Bella ha promesso che i colpevoli saranno licenziati, ma che sistemi intendete adottare perché non si ripeta il rischio di questi episodi in futuro?
«La maggioranza del nostro reclutamento riguarda persone che escono dalle scuole di formazione professionale, con una selezione e una valutazione costante durante il tirocinio. Viene fatto un colloquio con una commissione allargata, con più persone che compiono una verifica a partire dal curriculum: a questo punto servirà fare una verifica anche della "storia legale" di queste persone».

Prima quest'ultima verifica non era stata fatta o non era stata fatta nella maniera dovuta?
«Questo insegna a tutte le case di riposo che dobbiamo ancora essere più pignoli, così come le agenzie interinali. Alcuni dipendenti avevano decine di anni di lavoro alle spalle».

Ma Davide Barresi, filmato dalla Procura mentre stuprava le pazienti, era stato assunto di recente?
«Barresi era stato assunto tramite un'agenzia interinale, anche se noi lavoriamo in prevalenza tramite assunzione diretta. Se una persona di circa 50 anni ha un trascorso in 20 case di riposo, non si possono certo contattare tutte per avere referenze sulla persona assunta, soprattutto se è un'agenzia di lavoro interinale a proporla. È un metodo comune a tutte le società, valido per tutti i comparti. Le stesse agenzie fanno un filtro di questo tipo, comunque mi sembra che questo signore avesse avuto una piena assoluzione»

Prima di questi eventi drammatici qual'era la procedura standard?
«Da quando sono arrivato nel giugno scorso abbiamo sempre ricercato il personale nelle scuole di formazione, in modo da far "crescere" la persona tramite il tirocinio, in cui si hanno meno responsabilità. Si effettuano dei colloqui con più professionisti, un affiancamento prolungato nei turni di servizio e un periodo di prova ben definito. Da quando sono arrivato ho intensificato la ricerca di personale non perché la struttura abbia dei posti vuoti, ma per una certa libertà di azione, anche nel lasciare a casa qualcuno e prendere qualche altro».

Tanto il presidente della Regione Luca Zaia quanto il direttore generale dell'Ulss 4 Mauro Filippi hanno auspicato l'installazione di telecamere: ma è possibile nei luoghi di lavoro? «Le norme consentono dispositivi di videosorveglianza negli spazi comuni, questo di sicuro aiuta molto. Poi si dovrebbe andare nello specifico, norme alla mano. Di certo tutti gli spazi comuni potrebbero essere dotati di riprese video».

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Il Gazzettino