«Le donne devono stare a casa a lavare i piatti». Il (presunto) insulto sessista all'arbitra, scatta la pena esemplare al giocatore: 10 giornate di squalifica

«Le donne devono stare a casa a lavare i piatti». Il (presunto) insulto sessista all'arbitra, scatta la pena esemplare al giocatore: 10 giornate di squalifica
SAN DONA' DI PIAVE - Sanzione pesantissima nel campionato Juniores della Delegazione di San Donà di Piave riguardante la partita tra Cavallino e Fossaltese (0-1)...

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SAN DONA' DI PIAVE - Sanzione pesantissima nel campionato Juniores della Delegazione di San Donà di Piave riguardante la partita tra Cavallino e Fossaltese (0-1) arbitrata da Alessandra Bellavere di San Donà di Piave. Il giudice sportivo ha inflitto infatti 10 giornate di stop al giocatore del Cavallino Matteo Vianello «per aver proferito reiteratamente insulti a sfondo gravemente sessista contro l’arbitro donna». La frase incriminata sarebbe che “le donne devono stare a casa a lavare i piatti”, tra l’altro, detta nel chiuso di uno spogliatoio tra compagni di squadra. Sulla base di quanto scritto nel referto, il giocatore sarebbe stato riconosciuto solamente sulla base del timbro della voce come ha riferito il vicepresidente regionale Roberto Mamerti che ha voluto subito indagare sull’ennesimo caso accaduto in questi ultimi tempi nel Veneto Orientale.

La dinamica

I responsabili della società Cavallino, una volta letto il comunicato del giudice sportivo, hanno ascoltato la versione del proprio tesserato il quale ha negato fermamente di aver proferito insulti sessisti alla direttrice di gara, ritenendosi incredulo per il tipo di squalifica valutando al tempo stesso la possibilità di tutelarsi legalmente. «Abbiamo saputo della squalifica leggendo il comunicato del giudice sportivo – dice Sebastiano Barbassi, uno dei responsabili della società gialloverde - . Subito abbiamo ascoltato la versione del nostro tesserato, che si è detto incredulo ribadendo che non ha rivolto alcun insulto sessista. Ci ha spiegato che appunto era stato allontanato dalla direttrice di gara e di non aver detto nulla quando è uscito dal campo. Dopo la doccia è andato in tribuna per seguire il resto della partita, ed è vero che sulle gradinate c’era qualche tifoso che si è lasciato andare a qualche commento e a qualche insulto di troppo. Il clima era teso, ma il giocatore però ci ha assicurato in ogni modo che lui non ha lanciato alcun insulto di tipo sessista all’arbitro.

Anzi, si è detto incredulo e molto rammaricato per questa vicenda, tanto da valutare una possibile azione legale. Noi gli crediamo, anche perché dal campo nessuno ha sentito da parte sue delle offese di tipo sessista mentre in tribuna effettivamente qualcosa è successo, ma noi ci dissociamo fermamente. Stiamo parlando di un ragazzo che è con noi fin dalla categoria “Pulcini”, che è cresciuto a pane e Cavallino, che non ha mai avuto problemi». In ogni caso dalla società gialloverde arriva una ferma condanna ad ogni forma di insulto sessista. «Offese di tipo sessista non possono mai essere tollerate – conclude Barbassi – su questo siamo rigosi, tanto da adottare precise azioni contro simili episodi sostenendo la cultura del rispetto del direttore di gara e degli avversari». 
 

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Il Gazzettino