San Donà. Figli di coppie gay, il sindaco Teso apre alle unioni civili ma frena sui "bambini arcobaleno"

SAN DONÀ - «Il Comune garantirà la celebrazione delle unioni civili e io stesso sono disposto a farle». È quanto assicura il sindaco Alberto Teso...

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SAN DONÀ - «Il Comune garantirà la celebrazione delle unioni civili e io stesso sono disposto a farle». È quanto assicura il sindaco Alberto Teso dopo la manifestazione di domenica in memoria di Cloe Bianco, l'ex docente dello Scarpa-Mattei morta un anno fa, organizzata da "Stati Generali lgbtqiap+ & disability". Un evento a cui hanno partecipato un centinaio di persone, molte della quali appartenenti del movimento femminista "Non una di meno".

FAMIGLIE ARCOBALENO

Nei giorni scorsi il tema delle unioni civili è stato trattato in Giunta e tra i consiglieri comunali ha incontrato sensibilità diverse nella maggioranza di centrodestra. «Non ho mai avuto perplessità nel riconoscere il rapporto affettivo che due adulti consenzienti decidono di instaurare tra loro in modo libero precisa Teso - La formalizzazione di questo rapporto di fronte all'ufficiale dello stato civile, inoltre, non è solo fonte di diritti, ma costituisce tra le parti anche precisi obblighi e doveri reciproci, situazione che non posso che guardare con estremo favore». «Del tutto diversa, invece, è la pretesa che spesso emerge di riconoscere alle coppie dello stesso sesso la medesima condizione che deriva dal matrimonio precisa il sindaco -, in primo luogo in tema di filiazione: sono istituti e situazioni diverse, che non possono essere assimilati».

CLOE

In merito alla tragedia di Cloe, Teso spiega di essere rammaricato per la tragica conclusione della sua vicenda umana. «Come per le persone transessuali ammette Teso , vale il principio fondamentale della non discriminazione e della libertà personale. Questo nel rispetto della sensibilità altrui, che troppe volte viene però ignorata o addirittura irrisa nel corso di manifestazioni volutamente provocatorie e offensive, che non posso condividere come rappresentante delle istituzioni e come uomo».

IL CORTEO

Al corteo di domenica erano presenti pochi sandonatesi: per lo più si trattava di giovani attivisti di altre zone, con delegazioni provenienti da Mestre, Padova, Bologna, Udine, Roma, Milano, Brescia. Tra i sandonatesi che hanno assistito al passaggio del corteo alcuni lo hanno accolto con indifferenza, altri erano infastiditi per la strada bloccata, ma qualcun altro si è fermato ad ascoltare le rivendicazioni degli organizzatori davanti all'istituto Scarpa-Mattei, dove aveva insegnato Cloe. Della politica locale erano presenti solo i referenti del Movimento 5 Stelle: la senatrice Orietta Vanin e gli ex consiglieri comunali Elio Monegato e Cinzia Montagner. «Ho conosciuto Cloe ed è stata lasciata sola - commenta Monegato - A San Donà si è scontrata con una mentalità perbenista: in città c'è una comunità gay. Certe battaglie le ha fatte anche il Pd, non ci scandalizziamo per la loro assenza alla manifestazione di oggi, ma ritengo che si tratti di una mancanza inopportuna».

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Il Gazzettino