MESTRE - Un lieto fine non solo scolastico per un giovane studente neodiplomato al liceo Stefanini di Mestre. Si chiama Samuele Fantinato, ha 18 anni (a novembre 19) ed è...
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UN ANNO DIFFICILE
Quello appena concluso, infatti, è stato per lui un anno rivoluzionario e non solo per il Covid19, le lezioni in videoconferenza e le giornate chiusi in casa. A sconvolgere l’estate 2019 è stata una terribile notizia: il 23 agosto, a pochi giorni dalla prima campanella del suo quinto anno, gli è stato diagnosticato un tumore, il linfoma di Hodgkin: «Avevo tanta paura di non riuscire a conciliare tutto quanto, ad affrontare la scuola e a portare avanti tutte le attività che seguivo prima di questo incidente di percorso - racconta Samuele - Avevo messo in conto di non potercela fare». Ma ha trovato una forza che, come lui stesso confessa, non sapeva di avere: «Sono sempre stato un ragazzo semplice, se mi si chiedeva di saltare un metro, saltavo 95 centimetri e poi mi arrampicavo. Ma quello che è successo mi è servito e con la malattia ho imparato a fare di più, scoprendo che nonostante questo gesso che teneva inchiodato il mio corpo, potevo saltare più di quel metro».
GLI INSEGNANTI
Fin dai primi giorni ha avuto accanto i suoi insegnanti: «A scuola e in ospedale mi hanno trattato come un figlio. I professori non hanno avuto paura di combattere con me. Ne è nato un rapporto di fiducia con tante persone che mi ha permesso di affrontare quest’anno nel migliore dei modi». Da subito, a causa delle cure in ospedale, è stato costretto a saltare molte giornate di scuola: «I miei insegnanti non si sono fatti problemi, mi venivano a trovare durante i ricoveri per recuperare le lezioni o semplicemente per sapere come stavo e salutarmi. Il contatto è stato forte e costante. E questo mi è stato da stimolo, dando inizio a quella che io descrivo come la mia storia di rivincita». Inizialmente studiava per tenere la mente occupata: «Mi serviva a non pensare a quello che stava succedendo ma poi ho iniziato ad appassionarmi e ad avere la voglia di proseguire, di approfondire. Non era più un dovere: volevo concedermi il regalo di riuscire a vincere». Poi è arrivato il Covid-19, che ha trovato Samuele già “allenato”. Come i suoi compagni (iscritti a uno degli istituti all’avanguardia tra i primi a partire con la didattica a distanza) ha potuto seguire le lezioni in videoconferenza
IL FRONTE SANITARIO
E con l’esame di Stato, superato con un ottimo voto (88 su 100) «perché ho pagato i crediti bassi degli anni precedenti» ammette Samuele), è arrivata anche la bella notizia che la sua salute sta nettamente migliorando. Si attende l’esito definitivo e gli ultimi esami, ma presto il primario potrebbe considerare il suo un caso “chiuso”. «Sono orgoglioso del fatto che non mi sia stato regalato nulla e di non essere stato in alcun modo agevolato con i voti - aggiunge - Sono stato preso per mano e accompagnato nella mia corsa e sono contentissimo dei miei risultati. Non me lo sarei mai aspettato, considerando il mio andamento e il mio atteggiamento negli anni precedenti. E lo Stefanini si è confermata una scuola meravigliosa». La malattia e l’anno straordinario appena concluso hanno cambiato anche le sue aspettative sul futuro: «L’ambiente ospedaliero mi ha fatto capire quanto medici e infermieri possano essere preziosi. Ora credo nel sogno di diventare infermiere e nel dare ad altre persone che ne hanno bisogno tutto ciò che è stato donato a me. Gli anni di studio mi avevano sempre fatto paura ma ora ho cambiato idea anche su questo e sono pronto a sostenere il test per infermieristica». Nel frattempo deve recuperare gli studi per la patente e godere anche di qualche giorno di vacanza e riposo, con un altro piccolo sogno da realizzare: «Vorrei scrivere la mia storia e farla arrivare a tante persone affinché porti ad altri la luce che ha portato a me». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino