Niente libertà per il figlio di Riina: obbligo di firma per altri due anni

Salvatore Riina a Padova
PADOVA - Il tribunale di sorveglianza di Pavia ha notificato a Giuseppe Salvatore Riina, un provvedimento di sorveglianza speciale per altri due anni. Sfuma dunque in dirittura...

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PADOVA - Il tribunale di sorveglianza di Pavia ha notificato a Giuseppe Salvatore Riina, un provvedimento di sorveglianza speciale per altri due anni. Sfuma dunque in dirittura d'arrivo la speranza di "Salvuccio" di diventare un uomo libero a tutti gli effetti. Ieri mattina, come ormai accade dall'ottobre del 2011, il terzogenito di Totò Riina, si è presentato in Questura per la firma. Doveva essere l'ultima e invece è giunta la doccia fredda: altri due anni con le misure restrittive previste.




A parte l'obbligo di firma, Riina junior non può superare i confini comunali, non può guidare automobili, non può uscire la sera e frequentare pregiudicati. Di fatto non cambia nulla nella vita del figlio del boss di Cosa Nostra. Nei giorni scorsi, Riina junior aveva infatti fatto sapere che il suo obiettivo era quello di rimanere a vivere all'ombra del Santo. La permanenza a Padova gli era piaciuta, aveva stretto amicizie, aveva trovato lavoro e non aveva alcuna intenzione di rimettere piede a Corleone. Non ultimo, aveva fatto anche sapere di essere affascinato dalle donne padovane.

Di fatto quello che era fino a pochi giorni fa un desiderio, continuare a vivere a Padova, da ieri è un obbligo di legge almeno per altri due anni.



Non è dato sapere quali siano state le prime parole di "Salvuccio" dopo la notifica, tuttavia la notizia era già nell'aria da qualche giorno. Adesso i suoi legali potranno fare ricorso, ma l'impressione raccolta tra gli inquirenti è che la città e i residenti padovani dovranno abituarsi all'idea di avere per altri ventiquattro mesi un residente "illustre" e allo stesso tempo scomodo. Non tutti infatti hanno preso di buon grado questa sua presenza. Ma chi credeva che da oggi il terzogenito potesse fare le valigie e tornare dalla madre Ninetta Bagarella, dovrà rassegnarsi all'idea di vedere tutte le mattine, poco prima di pranzo un giovanotto di altezza media, con l'occhiale da sole estate ed inverno arrivare in Questura nel più totale anonimato, porre una firma e allontanarsi in tutta fretta.



Cosa fa durante le sue giornate? C'è chi dice studi all'università, chi riferisce di misteriose serate mondane. La verità è che il suo cognome più che mai scomodo, lascia parecchia gente nella paura. L'ombra di suo padre, recluso nel carcere di Opera con sedici ergastoli in pendenza, non può essere un bel biglietto da visita, neppure per chi ha deciso di cambiare vita. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino