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VENEZIA - Ha visto il cagnolino annaspare e non ci ha pensato due volte, si è tolta i vestiti e, nonostante il freddo, si è gettata in acqua per salvarlo. Un gesto spontaneo, istintivo, che è valso con tutta probabilità la salvezza dell’animale, che altrimenti sarebbe sparito tra le onde del canale della Giudecca. Valentina Comin di professione fa l’imprenditrice ed è la titolare del ristorante Ae botti alla Palanca, una passione per il nuoto che da ragazzina l’ha portata ad essere una delle migliori del suo corso, con una sensibilità da “cuore d’oro”. Nella serata di martedì un piccolo cagnolino sordo e cieco è caduto in acqua, scivolando dalla fondamenta della Giudecca all’altezza della Palanca. Le onde prodotte dal moto ondoso, assieme al freddo, non gli avrebbero lasciato scampo, portandolo ad annaspare. Nella zona intanto si era formato un capannello di persone che tentavano di chiamarlo e dirgli di avvicinarci a riva, ma niente da fare, la condizione disagiata non gli consentiva di recepire le indicazioni. E così Valentina si è buttata, due bracciate, si è presa con sé l’animale e l’ha tratto in salvo, tra il plauso dei presenti.
LA TESTIMONIANZA
Un gesto se non eroico, quasi: «Ero fuori con il cane, saranno state le nove di sera, ho sentito che c’erano persone che gridavano e guardavano verso il canale.
BAGNO FUORI STAGIONE
Il freddo non l’ha spaventata, la reazione d’impulso è stata tale da salvare la vita del fortunato quattrozampe, anche se a mente fredda il bagno fuori stagione non si dimentica: «Ero congelata dal freddo, mi han tirata su a fatica perché non è semplice risalire e sono entrata subito in ristorante». Lì la donna ha avuto i primi soccorsi: «Ero bagnata e infreddolita, mi hanno asciugato con quello che si trovava e i vestiti dei cuochi, prima di arrivare a casa dove mi sono fatta una doccia calda». Comin non ha esitato, scontrandosi anche con il rischio di finire assiderata, perché, sebbene sia una nuotatrice provetta, il freddo era pungente. A riscaldarla è stata però la consapevolezza di un gesto che non tutti avrebbero fatto, al punto che la proprietaria di Lupin si è prodigata nei ringraziamenti, tra le lacrime, lo spavento e la gioia di aver potuto riabbracciare l’anziano amico. «La conosco, è una brava persona e piangeva disperata, alla fine era talmente emozionata e la capisco, perché un cane di quella età diventa uno di famiglia, quasi come un figlio a cui è impossibile non volere bene», conclude l’imprenditrice.
Il Gazzettino