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ALBIGNASEGO (PADOVA)- «La scuola la fanno gli allievi». Si congeda così il professor Roberto De Vivo, tra abbracci, biglietti e tante lacrime. Venerdì è arrivato anche per lui, dopo 40 anni di insegnamento, l'ultimo giorno di scuola. «Sono diventato professore di educazione fisica nel 1983 - ricorda emozionato - per approdare 5 anni dopo alle medie di Sant'Agostino, quando ancora non c'era l'Istituto comprensivo di Albignasego». 35 anni in cui ha conosciuto generazioni di ragazzi e poi i loro figli, rimanendo nel cuore di tutti. «È un ambito in cui se dai dieci ricevi mille - afferma citando il padre pedagogista - così questa scuola l'ho sposata: è stata la mia vita». Al punto da scegliere, dopo il diploma Isef e l'insegnamento, di laurearsi in pedagogia e vincere il concorso per le superiori, rinunciando per restare «il prof di ginnastica delle medie, senza mai pentirmi, talmente sono legato a Sant'Agostino». Ora a 62 anni «pur sentendone 22» qualche sassolino può levarlo dalle immancabili scarpe da ginnastica: «Quella degli anni '90 era la vera scuola. Ora le politiche sono cambiate, l'istituzione è aziendalistica e diversa dalla mia concezione: troppa burocrazia ad appesantirla. È spersonalizzata ed eccessivamente digitale. Il modello italiano è anomalo nell'alfabetizzazione motoria: qui il monte ore è sacrificabile, mentre io guardo ai paesi anglosassoni. In Italia gli alunni sono fortunati se praticano sport fuori scuola, anche se Albignasego è un'isola felice nelle statistiche». Eppure è il suo mondo anche per familiarità.
IL PERCORSO
Se papà De Vivo insegnava alla facoltà di magistero, il seme era stato instillato dalla nonna maestra, seguita dalla madre professoressa e da due fratelli insegnanti. «Credo nella scuola perché è l'unico ente che raggiunge tutti alla pari.
Il Gazzettino