Pmi, si allunga il tempo di saldo delle fatture ai fornitori: ora siamo a 69 giorni. Col caro-tassi andrà anche peggio

Pmi, si allunga il tempo di saldo delle fatture ai fornitori: ora siamo a 69 giorni. Col caro-tassi andrà anche peggio
VENEZIA - L'economia frena e nelle transazioni commerciali tra privati tornano ad allungarsi i tempi di pagamento delle medie e grandi imprese nei confronti dei fornitori. Lo...

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VENEZIA - L'economia frena e nelle transazioni commerciali tra privati tornano ad allungarsi i tempi di pagamento delle medie e grandi imprese nei confronti dei fornitori. Lo sostiene la Cgia di Mestre, rilevando che storicamente è sempre stato così e il fenomeno si è puntualmente ripresentato nei primi tre mesi del 2023: con la frenata del pil i ritardi sono tornati ad aumentare. Oggi in Italia il saldo avviene dopo 69 giorni dall'emissione della fattura. Secondo gli artigiani, l'aspetto più subdolo sta nel fatto che lo slittamento spesso intenzionale del saldo fattura consente ai committenti di finanziarsi a costo zero, facendo scivolare i creditori verso l'insolvenza. Il differimento dei pagamenti rischia peraltro di pesare negativamente sulla liquidità delle imprese, fino a compromettere la competitività e la reddittività, quando per esempio il creditore deve ricorrere a un finanziamento esterno. E con il probabile nuovo aumento dei tassi di interesse che la Bce ha annunciato nei giorni scorsi, molto probabilmente la situazione è destinata a peggiorare.

La serie storica

Analizzando la serie storica che va dal 2007 al primo trimestre del 2023 - secondo l'analisi della Cgia di Mestre - si nota che la percentuale di imprese che nelle transazioni commerciali tra privati hanno pagato con ritardi superiori ai 30 giorni ha toccato i picchi più elevati negli anni dove la caduta del pil è stata più evidente. Nei primi tre mesi di quest'anno, a seguito della frenata subita dall'economia, la media nazionale è tornata a salire, fermandosi nel marzo scorso al 9,5%. In Italia, secondo i dati raccolti da Cribis Itrade, nel quarto trimestre 2022 la percentuale di pagamenti avvenuta entro i tempi previsti dal contratto commerciale tra committenti e fornitori si è attestata al 40,9%.

La graduatoria europea

Tra i 26 Paesi dell'area europea monitorati, nella classifica dei più virtuosi l'Italia si è piazzata al 20/o posto. Peggio di noi solo Serbia, Irlanda, Grecia, Portogallo, Bulgaria e Romania. Rispetto alle medie e alle grandi imprese, quelle di più piccola dimensione sono le più puntuali nei pagamenti. Sempre nel primo trimestre 2023, i dati Cribis evidenziano che il 42,5% del totale delle imprese di piccola dimensione presente in Italia ha saldato le fatture nei tempi definiti per contratto. Man mano che aumenta la dimensione aziendale la percentuale scende; le peggiori pagatrici, infatti, sono le grandi imprese che hanno registrato un valore pari al 14,9%. Se a livello nazionale il tempo medio di pagamento è stato di 69 giorni, le imprese committenti della Sicilia hanno saldato i propri fornitori dopo 83 giorni. Nella classifica dei "cattivi pagatori" seguono le aziende della Valle d'Aosta con 78 giorni e quelle del Friuli Venezia e della Calabria con 76. Le aziende pagatrici più virtuose, invece, risiedono in Veneto (con un tempo medio di pagamento pari a 66), in Lombardia (64), in Trentino Alto Adige (63) e, in particolar modo, in Liguria (62). Sempre nel primo trimestre del 2023, la percentuale in cui i pagamenti sono avvenuti dopo i 30 giorni interessa soprattutto il Sud. In Molise il ritardo coinvolge il 14,1% dei contratti, il 14,9 in Campania, il 17,8 in Calabria e il 18,3 in Sicilia.

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Il Gazzettino