La guerra in Ucraina frena anche i saldi invernali

La guerra in Ucraina frena anche i saldi invernali
PADOVA - È un bilancio agrodolce quello dei saldi invernali conclusi da poche settimane nella città del Santo. Partiti con grandi speranze, con la prospettiva...

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PADOVA - È un bilancio agrodolce quello dei saldi invernali conclusi da poche settimane nella città del Santo. Partiti con grandi speranze, con la prospettiva dell’uscita dalla pandemia, si sono però poi bloccati anche a causa della paura e dell’incertezza che solo una guerra sa dare.


I DATI
«Rispetto al 2021 quest’anno siamo in linea per quanto riguarda l’abbigliamento sia per uomo che per donna, anche se il dato è lievemente sfalsato perché l’anno scorso i saldi erano partiti a febbraio – ha spiegato Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Padova – Abbiamo riscontrato un -10% del valore dello scontrino medio, invece, per quanto riguarda gli acquisti del settore bambino. La donna ha visto un aumento del 7%, l’uomo dell’8%, questo perché i saldi viaggiano sempre a braccetto con la ristorazione: l’anno scorso in inverno eravamo ancora in una fase di chiusura, mentre quest’anno c’era la necessità di acquistare abiti per uscire di casa».Un altro dato significativo è quello che riguarda la quantità di merce che i negozi avevano a disposizione durante l’ultima stagione delle svendite. «Avevamo meno merce in negozio perché tra novembre e dicembre 2021 le vendite sono andate bene – ha continuato Riccardo Capitanio – C’era voglia di acquistare e, anche se può sembrare un paradosso, abbiamo venduto di più in stagione che durante i saldi».

LE PROBLEMATICHE
Con fatica, riferisce il presidente di Confesercenti Veneto Centrale Nicola Rossi, «siamo arrivati all’obiettivo di un centinaio di milioni per la provincia di Padova come introito dei saldi invernali di questa stagione. Però con sofferenza. Ancora non siamo ai livelli prepandemia».
Il vero nodo poi è la guerra. Quando è iniziata l’invasione della Russia in Ucraina, proprio mentre i saldi erano nella loro fase finale, i costi dell’energia e del carburante sono aumentati repentinamente e gli effetti sono ricaduti inevitabilmente anche sull’intero settore del commercio, incluso quello padovano.«La seconda metà dei saldi è stata un disastro, la guerra ha subito avuto effetti negativi sulla nostra economica – ha aggiunto Massimiliano Pellizzari, presidente dell’Associazione commercianti del centro (Acc) e titolare di un negozio di ottica – Gli scenari non sono confortanti e buona parte delle persone vedendo gli aumenti preferisce mettere da parte il denaro piuttosto che spenderlo. E ora l’economia è completamente bloccata. Non arriva la merce, gli autotrasportatori non consegnano perché semplicemente la benzina costa talmente tanto che non conviene muoversi».
 

LE PROIEZIONI
In questi giorni si stanno infatti verificando grossi ritardi nella consegna della merce ai negozi e al momento, secondo quanto raccolto dall’Ascom padovana, «è arrivato solo il 50% dell’ordinato – ha precisato il presidente di Federmoda, Capitanio – Anche i fornitori sono fermi perché diverse aziende hanno rallentato la produzione proprio per contenere i costi dell’energia il più possibile. L’unico settore che non si ferma e che ci aiuta è per il momento quello delle cerimonie». 


Una situazione pesante anche per il settore delle automobili perché, ha invece spiegato Nicola Rossi, «mancano diverse componenti, quindi le consegne sono diventate anche molto lunghe. La situazione è difficile, talmente complessa che abbraccia veramente tutti i versanti dell’economia e, di conseguenza, della vita dei singoli cittadini. Oggi il mercato è fermo».
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Il Gazzettino