Saldi estivi? Un flop a Padova: «Sono partiti troppo presto e le famiglie comprano solo lo stretto necessario»

Saldi estivi nel padovano, un flop per i commercianti
PADOVA - I saldi? Il bilancio è magro per i commercianti del centro. Dopo un'accelerata nelle prime due settimane, le svendite, in questi giorni, continuano infatti ad...

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PADOVA - I saldi? Il bilancio è magro per i commercianti del centro. Dopo un'accelerata nelle prime due settimane, le svendite, in questi giorni, continuano infatti ad andare a rilento. La città è semivuota, le temperature tropicali delle ultime settimane hanno convinto la maggior parte dei padovani a spostarsi verso il mare o la montagna, in cerca di un po' di refrigerio. Gli unici a fare acquisti, approfittando delle ultime occasioni con prezzi scontati fino al 50%, sono principalmente i turisti, anche se sembrerebbero più disposti ad investire nella ristorazione e meno in capi di abbigliamento.

CONFESERCENTI
«Anche quest'anno, arriveremo alla fine dei saldi ma con molta fatica - spiega il presidente di Confesercenti del Veneto centrale Nicola Rossi -, il caro bollette e l'incremento del costo del carburante stanno purtroppo incidendo parecchio sul fronte degli acquisti. Ad essere penalizzati, in particolare, i settori dell'abbigliamento e delle calzature, i primi a subire il contraccolpo della carenza di liquidità da parte delle famiglie. A pesare, inoltre, anche lo strascico lasciato dalle casse integrazioni del periodo del Covid». Va invece un pochino meglio per la ristorazione, anche se la ripresa post pandemica, periodo in cui il settore è stato messo in ginocchio dalle chiusure, non è certo conforme alle attese visto che di mezzo ci si è messa pure la guerra con un aumento importante delle materie prime e dei relativi costi di gestione delle attività.


ACC
«Molti baristi hanno iniziato a spegnere la macchina del caffè alla sera o durante il week end per fare fronte ai rincari energetici - fa sapere il presidente dell'associazione commercianti del centro (Acc) Massimiliano Pellizzari -, senza contare che, per la prima volta, un noto laboratorio dolciario che rifornisce i bar padovani ha deciso di chiudere 15 giorni per ferie, sempre a causa degli elevati costi energetici. Di conseguenza, anche molti locali della città hanno dovuto fermarsi». E tornando sul tema dei saldi, Pellizzari, conferma la necessità di mettere mano alle regole sulle svendite. «Assieme ai nostri associati lo diciamo ormai da anni spiega Pellizzari -, i saldi organizzati in questo modo non funzionano. La merce viene scontata nel cuore della stagione e il commerciante, anche se magari si ritrova un po' più di liquidità per affrontare le spese, ha margini sempre più ridotti. In questo periodo a peggiorare la situazione ci si è messa pure la guerra, le famiglie padovane hanno sempre meno liquidità dunque non fanno acquisti». «Abbiamo chiesto più volte una posticipazione dei saldi alla fine della stagione, com'era un tempo fa sapere Pellizzari -, è ormai evidente che questo sistema, non solo non produce i risultati sperati sul fronte delle vendite, ma danneggia pesantemente i piccoli negozi fino a costringerli alla chiusura». A beneficiare, infatti, delle svendite nel bel mezzo della stagione sono più che altro le grandi catene, con effetti devastanti sul commercio. «I piccoli negozi in città stanno scomparendo fa notare preoccupato il commerciante le grandi catene, anche sul fronte della ristorazione, stanno prendendo il sopravvento. In questo modo Padova rischia di perdere, a differenza di altri centri come Verona, l'attrazione sul fronte dello shopping».


ASCOM


Preoccupazione per il commercio in vista dell'autunno anche da parte di Ascom Confcommercio. «Gli operatori si aspettano un autunno difficile nel quale, peraltro, dopo mesi nei quali hanno assorbito ai rincari con ripercussioni non banali per i bilanci aziendali, si troveranno costretti a ritoccare i prezzi per fare fronte agli aumenti soprattutto di energia e trasporti spiega il presidente di Confcommercio Padova e Veneto Patrizio Bertin commentando i dati di una recente indagine di Ascom che ha coinvolto 900 aziende della regione - La perdita del potere d'acquisto della moneta si farà sentire tra la gente -. Servono investimenti strutturali a partire dall'azzeramento dell'Iva per contrastare una potenziale recessione dagli effetti devastanti.

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Il Gazzettino