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PADOVA - Vedere già sciarpe e maglioni di cashmere sulle vetrine è un buon segnale. Non perché si ha fretta di vendere le nuove stagioni a prezzo pieno in negozio ma perché i saldi hanno dato i loro frutti. Dopo il tracollo dell'estate 2020 (in termini di vendite durante il periodo dei prezzi ribassati) che aveva toccato punte del meno 40 percento sul 2019, ora i commercianti possono ricominciare a respirare. Insomma, con agosto è finita anche la stagione dei saldi: e secondo Ascom è finita positivamente. «La qual cosa non era affatto scontata ammette Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Confcommercio di Padova anche se le speranze, dopo più di un anno e mezzo stop & go, erano riposte sul fatto che la ripartenza, unita alla campagna vaccinale, ci fossero propizie».
I NUMERI
E propizie lo sono state nel senso che i livelli sono tornati ad essere quelli del 2019 con un fatturato che, grazie ad un aumento delle vendite degli abiti (con le cerimonie a fare da traino), registrano un generale 2% in più che fa ben sperare anche per la stagione entrante.
Ma cosa si è comprato di più in queste settimane di saldi nell'estate del 2021?
«Gli abiti spiega Capitanio sia per uomo che per donna hanno determinato la differenza: col loro 6,5% di aumento hanno fatto addirittura meglio dei costumi da bagno che, comunque, registrano un robusto 6% che la dice lunga sulla voglia di tornare a fare vacanza da parte dei padovani».
Bene anche le t-shirt che segnano un eccellente +5% favorito probabilmente dalla stagione caldissima.
«E' un dato continua Capitanio che fa il paio con l'aumento delle vendite per quanto riguarda le camicie (+4%) e la sostanziale stabilità delle polo, mentre flettono la jeanseria (-1%) e, soprattutto, la maglieria che perde il 6%.
LE SPERANZE
Adesso arriva l'autunno.
«E con esso conclude Capitanio speriamo che i consumatori ritrovino il gusto di un bel vestito, di una bella maglia, di un bel pantalone da portare magari ad una serata al ristorante tra amici o familiari. Tutte cose che, mancandoci nei mesi bui del lockdown e dintorni, non inducevano agli acquisti. Adesso però gli armadi sono discretamente vuoti e qualcosa, se non altro per andare al lavoro, bisogna pur mettersi. Vantaggi che derivano dalla semplice normalità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino