Saldatori e muratori, i rinforzi per il Friuli Venezia Giulia arriveranno dal Ghana

Il manifesto di Confindustria che promuove l'iniziativa
Dai cuochi ai carrellisti, passando per i saldatori, muratori, montatori di pannelli fotovoltaici, elettrotecnici - addetti alle sartorie e meccanici di autofficine. Sono questi i...

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Dai cuochi ai carrellisti, passando per i saldatori, muratori, montatori di pannelli fotovoltaici, elettrotecnici - addetti alle sartorie e meccanici di autofficine. Sono questi i lavori che i primi 250 giovani ghanesi che si sono diplomati nel loro Paese inizieranno a fare con la fine del 2024. Già, perchè per quella data arriverà in Italia il primo contingente di operai specializzati dell’Operazione Ghana. Un progetto voluto fortemente dal presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, che il 6 aprile, con la firma sul protocollo, prenderà ufficialmente avvio.

IL PROGETTO

C’è subito da dire che la scelta è ricaduta sulla comunità ghanese perché sin dall’inizio del grande esodo di stranieri verso l’Italia, i ghanesi sono stati tra i primi ad arrivare. E proprio in provincia di Pordenone avevano fondato una comunità tra le più numerose arrivando anche ad essere in assoluto la più numerosa con una percentuale di presenta intorno al 14 per cento. Ma non è tutto. Lo ha spiegato bene il presidente Agrusti. «È gente che lavora, non ha grilli per la testa e ha una volontà di integrarsi con l’ispirazione a crescere il loro livello di vita». Ma anche la religione è importante. «I loro figli - è andato avanti il presidente di Confindustria - vanno all’oratorio a giocare e i genitori sono la domenica a messa a fianco dei locali». Non basta ancora. Già, perché Confindustria si prenderà anche in carico ilo controllo che il progetto, oltre ad avere ovviamente la finalità lavorativa, possa essere indirizzato sui binari dell’etica e della socialità. Come? «Chi viene a lavorare qui - ha spiegato con un esempio calzante - non dovrà dormire al silos di Trieste - perchè l’imprenditore che li accoglierà nella sua azienda dovrà anche occuparsi della questione abitativa. Questo, ovviamente, sino a quando non ci sarà un contratto definitivo e quindi l’integrazione professionale, ma a quel punto anche sociale, sarà definitiva».

LA FORMAZIONE

È un altro dei punti fondamentali del progetto. In pratica i giovani che si diplomeranno nelle scuole professionali scelte da Confindustria che fanno parte degli istituti dei salesiani e che saranno scelti da una agenzia locale, in collaborazione con Umana Spa, faranno sul posto 200 ore di corso di italiano e di formazione specifica per soddisfare le richieste delle imprese italiane. In più, una volta arrivati in Italia, saranno subito introdotti in altre 100 ore di formazione per la sicurezza del lavoro, più sarà implementata la conoscenza della lingua. Il primo contratto di lavoro sarà a tempo determinato, con una lunghezza di 12 mesi. Ma l’obiettivo è quello di arrivare, subito dopo, alla stabilizzazione con la possibilità, quindi, di restare per tanti altri anni ancora a lavorare nelle aziende italiane. Una volta che sarà soddisfatto il fabbisogno delle fabbriche che fanno parte di Confindustria Alto Adriatico, i giovani operai specializzati saranno formati per andare in altre aziende del Friuli e del Veneto.

BORSE DI STUDIO

Non sarà sarà “solo” formazione per lavorare in Italia: in questo senso, infatti, il Presidente di CAA ha spiegato che «saranno messe a disposizione delle borse di studio per i meritevoli e bisognosi che studiano in quella Academy e che resteranno in Ghana; una sorta di partenariato che non si esaurirà nel breve, ma avrà lunga durata. Questo potrà originare da parte dei Salesiani stessi delle specifiche richieste, penso ai macchinari di cui potrebbero avere bisogno e di cui beneficeranno, pertanto, i giovani che resteranno a lavorare nel loro Paese. Il Progetto – ha tenuto a ribadire il presidente Agrusti - tiene conto di tutti gli aspetti: economici, politici, sociali, operativi e logistici». E dopo il Ghana toccherà agli ingegneri dall’India. Ma questa è un’altra storia.

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Il Gazzettino