Longarone. Safilo, i lavoratori votano e approvano l'accordo per la cessione del ramo d'azienda

Safilo, i lavoratori votano e approvano l'accordo per la cessione del ramo d'azienda
LONGARONE (BELLUNO) - Nessuna sorpresa nel voto dei lavoratori Safilo, l'accordo per la cessione del ramo d'azienda Thélios e Innovatek è stato approvato....

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LONGARONE (BELLUNO) - Nessuna sorpresa nel voto dei lavoratori Safilo, l'accordo per la cessione del ramo d'azienda Thélios e Innovatek è stato approvato. Presenti 357 su 447, 318 votanti oltre 90%: solo 22 i no, 265 i sì, 31 tra nulle e bianche. Oggi, venerdì primo settembre, in Safilo si è tenuto il referendum per approvare o meno la cessione del ramo d'azienda. L'accordo prevede che Thélios prenderà 250 lavoratori, Innovateck i restanti 197. L'accordo è stato approvato ed è stata sancita anche la spaccatura tra Fictem-Cgil da un lato e Femca-Cisl e Uiltec-Uil dall'altro. Cgil ha sempre ritenuto «poco credibile» il piano di Innovatek, società nata ad hoc per rilevare parte del pacchetto Safilo, marchio che si appresta a lasciare per sempre la provincia dove era nato. Gli altri due sindacati, che hanno la maggioranza all'interno di Safilo, erano di diverso parere. In fabbrica sono circolati anche messaggi di fuoco contro Cisl e Uil, accusate di aver venduto parte dei lavoratori. Probabilmente la paura di un licenziamento collettivo ha spinto i lavoratori ad accettare l'accordo.

Il sindaco: «Soluzione che tutela tutti i lavoratori»

«È una soluzione che tutela tutti i lavoratori, come ci eravamo prefissati. Rimane in ogni caso un velo di tristezza per la perdita dal distretto dell'occhialeria di un'insegna che ha fatto la storia nella rinascita del territorio dopo il Vajont e questo deve far riflettere sulle battaglie da affrontare per la difesa del Made in Italy». Così il sindaco di Longarone e presidente della Provincia, Roberto Padrin, sulla chiusura del referendum dei lavoratori con cui si è dato il via libera al piano di trasferimento degli ultimi 450 dipendenti locali di Sàfilo ad altre aziende e la rinuncia della società, fondata a Calalzo di Cadore da Guglielmo Tabacchi nel 1934, a tutte le attività nell'area montana. «Negli anni si sono pagati evidentemente errori di valutazione - prosegue Padrin - e la scomparsa negli ultimi anni di alcuni dei nomi che hanno fatto grande l'occhialeria bellunese, come Giovanni Marcolin e, lo scorso anno, Leonardo Del Vecchio, deve far accentuare l'attenzione sulle misure di protezione da attuare a tutela del nostro Made in Italy. Abbiamo assistito in tutto il distretto a cambi di rotta con l'ingresso di fondi internazionali attratti dalle eccellenze della manifattura di questo territorio - chiude il sindaco - ma dovremmo fare il possibile per evitare che situazioni come quella di Sàfilo si possano ripetere».

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Il Gazzettino