Safilo, l'ad Trocchia conferma: «Longarone in vendita». Pesa il crollo del metallo

"La decisione di cedere lo stabilimento è basata sul fatto che ci troviamo seduti su una strutturale sovracapacità"

Manifestazione di febbraio abbinata allo sciopero di otto ore
LONGARONE - Il futuro Safilo, dopo il primo taglio di 500 unità a fine 2019, avrebbe dovuto concentrarsi sul metallo, ma oggi questo segmento pesa meno nel portafoglio del...

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LONGARONE - Il futuro Safilo, dopo il primo taglio di 500 unità a fine 2019, avrebbe dovuto concentrarsi sul metallo, ma oggi questo segmento pesa meno nel portafoglio del Gruppo. Lo ha evidenziato l'amministratore delegato Angelo Trocchia in occasione del Capital market day dell'azienda.


Una determinazione che, se accostata all'informazione, fornita in occasione dell'ultimo incontro del Tavolo regionale, secondo cui la richiesta del prodotto in metallo in Safilo ha conosciuto una contrazione di oltre il 60%, sembra solo fornire un elemento in più ad una decisione che il gruppo ha già assunto.


OCCHIALI O FASHION
E infatti né Stefano Zanon (Cisl regionale), né il sindaco Roberto Padrin, se ne stupiscono, Ma entrambi non abbandonano l'idea e la prospettiva di mantenere il sito aperto. Con il primo cittadino che invoca una strategia legata al made in Italy. Le dichiarazioni di Trocchia sono state pronunciate ieri a Milano. L'ad ha detto: «Sullo stabilimento di Longarone stiamo lavorando con un advisor che ci sta aiutando in un processo di ricerca di potenziali aziende interessate» a rilevarlo. «La situazione è che stiamo ipotizzando una cessione dello stabilimento a terze parti che saranno in grado di assicurare una continuità del know how e un minor impatto sociale possibile sul territorio. Le discussioni sono in essere nelle sedi e con le modalità opportune». Cose, insomma, non nuove con lo stabilimento che potrebbe quindi essere rilevato da «aziende dell'occhialeria o del fashion». La decisione di cederlo è «basata su una pura constatazione che siamo seduti su una strutturale sovracapacità, quindi credo sia giusto assicurare il futuro dello stabilimento a terzi», ha aggiunto Trocchia, spiegando che è appunto una fabbrica che si concentra sul metallo. Per cui la motivazione sarebbe legata «ad esigenze di cambiamento di portafoglio, fatto oggi per l'80% di acetato e iniettato».


IL SINDACATO CISL
Nessuna sorpresa, quindi, per i sindacati: «I contenuti delle dichiarazioni di Trocchia precisa Zanon - sono quelli che l'advisor ci aveva già comunicati nel corso dell'ultimo incontro in Regione. Il prossimo 23 marzo torneremo al Tavolo regionale coordinato dall'assessore Elena Donazzan e in quell'occasione chiederemo all'azienda di convincerci e di farci vedere che non ci sono altre soluzioni che non possono prevedere la continuità dello stabilimento di Safilo a Longarone. Nel corso dell'ultimo incontro, abbiamo chiesto a Safilo continuità produttiva del sito e garanzia occupazionale. Ma prima di dire che qualsiasi nuova azienda va bene, vogliamo verificare la possibilità che lo stabilimento rimanga nel perimetro Safilo».


SINDACO PREOCCUPATO
Il sindaco di Longarone Roberto Padrin è preoccupato: «Si tratta di un sentimento forte che percepisco fra i dipendenti riferisce anche legato alla mancanza di certezze». Da parte sua, nemmeno il primo cittadino è sorpreso delle nuove dichiarazioni dell'ad Trocchia: «La linea dell'azienda non mi meraviglia, è ciè che essa sta portando avanti dall'inizio di questa vicenda. Fra due settimane c'è un nuovo incontro in Regione e io sono in contatto con l'assessore Donazzan. Dopo quella data, convocherò il Comitato di sorveglianza, un luogo dove ci si ritrova tutti, istituzioni, categorie e mondo sindacale, e si elabora una strategia condivisa ed è anche un veicolo per portare avanti istanze comuni e decidere una linea per tutti». Poi Padrin conclude con una riflessione: «Tutto quello che stiamo facendo rientra nel concetto fondamentale che è il made in Italy: e la crisi che stiamo vivendo ora avrebbe altre prospettive se fosse possibile mettere in piedi delle norme a difesa del made in Italy che ci possano permettere di produrre qui da noi e assicurare qualità e lavoro».


GRUPPO IN SALUTE


Intanto Safilo, rispetto al piano al 2024, presentato nel 2019, ha raggiunto «con due anni di anticipo oltre 1 miliardo di fatturato. E siamo entrati nel range del margine Ebitda». Lo ha detto il Cfo del gruppo Gerd Graehsler in occasione del Capital market day del gruppo. «La crescita del nostro fatturato è portata soprattutto dai nostri marchi di proprietà, cresciuti del 9% in questi 4 anni, che oggi rappresentano il 42% del nostro fatturato, rispetto al 20% di dieci anni fa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino