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LONGARONE - Da una parte la soddisfazione dei sindacati, dall’altra la preoccupazione della politica nelle vesti del sindaco di Longarone, Roberto Padrin. Come annunciato nei giorni scorsi, è stato ieri il giorno della forma da parte di un numero significativo di lavoratori della Safilo dei verbali di conciliazione per coprire in maniera spontanea gli esuberi indicati dalla proprietà. Fino a qualche ora prima sembrava che fossero 86 gli operai che avevano deciso di uscire su base volontaria con un incentivo, invece ieri mattina si sono presentati in 113. «È un risultato che va oltre le aspettative – precisa Rosario Martines della Uiltec – perché questo sta a significare che il territorio è ancora in grado di assorbire manodopera in esubero da altre ditte». Poi spiega: «Se un lavoratore di 40 anni decide di andarsene, vuol dire che ha già qualcos’altro in mano, cioè un accordo con un’altra realtà produttiva». Anche se questo, precisa sempre Martines, non vuol dire che tutti i lavoratori abbiano già trovato altro.
LO SCIVOLO
A comporre il numero di 113 contribuiscono anche 23 pensionandi che a loro volta hanno accettato le condizioni e gli incentivi proposti dall’azienda. Diversa la situazione di questi ultimi, nel senso che non per tutti la pensione sarebbe arrivata alla stessa data: «Ma comunque – assicura sempre Martines – tutti dentro le garanzie della “Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi)” che tutela gli ultimi 24 mesi di lavoro».
LA GIORNATA
I sindacati si sono trovati ieri nella sede dell’azienda, nella zona industriale di Longarone, con i vertici della Safilo di Longarone, dal nuovo responsabile del personale sino allo staff dirigenziale.
IL SINDACO
Questa invece la riflessione del sindaco di Longarone, Roberto Padrin: «Safilo ci aveva prospettato già due anni fa il proprio piano industriale che prevedeva un taglio dei dipendenti – dice il rimo cittadino – e purtroppo esso è andato avanti. Fortunatamente almeno una parte dei lavoratori è stata assorbita o potrà esserlo a breve». «Comunque - sottolinea il primo cittadino - quanto accaduto alla Safilo, assieme ai tagli della Diab, sempre a Longarone, non sono di certo un bel segnale per il territorio e ci lascia molta preoccupazione per tante famiglie».
LA CONCLUSIONE
Con la firma di ieri la Safilo ha detto quindi corso ad una volontà espressa da tempo e che fa riferimento ad un accordo sottoscritto ormai un paio di anni fa in cui era prevista una serie di esuberi. Negli anni, tra pensionamenti e fuoriuscite volontarie, il numero si è notevolmente ridotto, ma c’era ancora un numero consistente di persone, 118, che non rientravano più nel progetto. La maggior parte di esse è impegnata nei reparti di saldatura e magazzino sconfezionamento che Safilo intende chiudere, o in quelli di pregalvanica, qualità-accettazione e reparto produzione-ingegneria la cui attività sarà drasticamente ridotta. Ai verbali di conciliazione (art.411) sottoscritti ieri si è arrivati grazie all’accordo raggiunto tra azienda e organizzazioni sindacali che prevedeva che la proprietà aprisse una procedura di mobilità volontaria, con un incentivo maggiore rispetto a quanto applicato fino ad ora. I lavoratori avevano tempo fino a qualche giorno fa per decidere se sfruttare questa opportunità oppure no. Ma i numeri – i 113 di cui si è già detto – si sono conosciuti solo ieri e raggiungono la quasi totalità degli esuberi individuati (118).
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Il Gazzettino