Crisi Safilo: 118 esuberi e buona uscita di 12 mensilità per chi lascerà volontariamente

L'inizio della crisi Safilo nel 2019
LONGARONE - Triplica l’incentivo per i lavoratori della...

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LONGARONE - Triplica l’incentivo per i lavoratori della Safilo di Longarone che intendono lasciare volontariamente le aree più critiche dello stabilimento. È questo l’accordo raggiunto tra la proprietà e le organizzazioni sindacali nel corso della scorsa settimana e che ieri è stato ufficialmente presentato ai lavoratori nel corso delle varie assemblee. 

L’accordo sottoscritto tra la proprietà e le organizzazioni sindacali prevede una mobilità volontaria per quelle aree in cui vengono eseguite lavorazioni del metallo che la Safilo non è più interessata a fare. «Ci sono delle aree ben precise dove l’azienda dichiara di avere maggiori esuberi - spiega il sindacalista Bruno Deola, che entra nel dettaglio -. L’azienda ha dichiarato 118 esuberi, di cui 86 concentrati su delle aree che intende chiudere, ossia saldatura e magazzino sconfezionamento, o ridurne l’attività, quali pregalvanica, qualità-accettazione e reparto produzione-ingegneria. Si tratta di 86 lavoratori su 118 attualmente impiegati in questi reparti. I restanti 32 esuberi sono spalmati un po’ in tutto lo stabilimento». 
 
L’accordo sottoscritto prevede che la proprietà apra una procedura di mobilità volontaria, con un incentivo maggiore rispetto a quanto applicato fin ora. Come spiega ancora il sindacalista, «nelle aree critiche prevede l’erogazione di 12 mensilità per chi volesse uscire. Per le aree identificate come non critiche, l’incentivo rimane quello in essere con l’ultimo accordo che scade il 31 marzo prossimo, quindi 4 mensilità per chi ha meno di 46 anni, 5 mensilità per chi ha tra i 46 e i 56 anni, 6 mensilità per chi è sopra i 57 anni». I lavoratori avranno tempo fino all’11 di marzo per decidere.
 
Durante le assemblee i lavoratori hanno fatto diverse domande, e questo fa pensare che ci sia dell’interessate al percorso di mobilità volontaria, anche se al momento è difficile dare dei numeri. «Le voci in queste ultime settimane si sono rincorse, per cui i lavoratori si sono inevitabilmente guardati intorno – spiega ancora Deola -. Le aziende limitrofe stanno incrementando notevolmente i pacchetti assunzioni, c’è movimento, c’è fermento nel mondo dell’occhialeria. Questo certamente aiuta questo tipo di percorso». 
E poi? Cosa succederebbe nel momento in cui gli esuberi non venissero coperti con la mobilità volontaria? Come spiega ancora Deola, «la proprietà ha già annunciato che se non si arriverà ad un numero sufficiente di uscite procederà con una mobilità con i requisiti di legge. Ad oggi, però, su questo aspetto ancora non c’è un accordo. Siamo concentrati sulle assemblee e a spiegare ai lavoratori la possibilità di uscire volontariamente; se fra due settimane il numero non fosse raggiunto all’ora inizieremo a ragionare con l’azienda su come muoverci per la mobilità forzata». 
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Il Gazzettino