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LONGARONE - Nessuna comunicazione da Safilo, quindi oggi la maggior parte dei lavoratori rientreranno al lavoro nello stabilimento di Longarone chiuso dal 3 agosto scorso per ferie. Non tutti gli operai ci saranno: mancherà chi ha scelto di avere 3 settimane di ferie. Ma quello di oggi sarà il rientro più amaro per i dipendenti Safilo, con un'azienda ormai pronta a chiudere, il posto di lavoro per molti ancora a rischio e una crisi che sembra non risolversi. E soprattutto l'incertezza. Un'incertezza che riguarda anche lo stesso rientro. Si lavorerà? Cosa avrà deciso Safilo? Nel futuro dei 450 una scelta importante da fare, forse tramite un referendum o comunque di concerto con i sindacati: accettare il piano industriale di Innovatek, che coprirebbe la forza lavoro rimanente "esclusa" dall'accordo con Thélios, che è disposta ad assumere 250. Da una parte la fretta della società che fa capo all'imprenditore friulano Carlo Fulchir, pronta a sbarcare nello stabilimento "Lonagrone 2" e ad assorbire la forza lavoro specializzata nei processi di finissaggio. Dall'altra i sindacati, che stanno valutando scrupolosamente tutti. Come dice chiaramente Rosario Martinez (Uiltec): «Io onestamente non ho fretta».
I TEMPI
Se si riuscisse a partire immediatamente con il via libera al piano Innovatek, potrebbe ancora essere rispettato quell'avvio a settembre promesso dall'azienda friulana presieduta da Gianfranco Moretton.
IL REFERENDUM?
La certezza quindi è che oggi non ci sarà quel referendum di cui si era parlato prima delle ferie: un "voto" in cui i «Del referendum inizieremo a discutere domani (oggi) con i miei colleghi - prosegue Rosario Martinez (Uiltec) -: metteremo giù quelli che saranno i percorsi da fare e anche se è il caso di fare il referendum. Sicuramente coinvolgeremo tutti i lavoratori, ma ci sono interessi diversi, e va studiato. Perché c'è chi magari potrebbe voler uscire qualche anno prima, chi può avere interesse di mettersi in gioco in qualche lavorazione diversa, chi magari ha un certo interesse a trovare la possibilità di uscita. È tutto un ragionamento che dobbiamo fare». Insomma oggi si ricomincia il lavoro su tutti i fronti: in fabbrica e sul tavolo delle trattative per salvare i 450 posti di lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino