Safilo, si tratta sui 700 esuberi: tavoli separati e incontro al Mise a metà mese

Safilo ha annunciato 700 esuberi il 10 dicembre
PADOVA - Avrà una prosecuzione su tavoli separati, in ciascuna delle quattro province in cui hanno sede gli impianti. La trattativa aperta oggi, a Padova, fra le...

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PADOVA - Avrà una prosecuzione su tavoli separati, in ciascuna delle quattro province in cui hanno sede gli impianti. La trattativa aperta oggi, a Padova, fra le organizzazioni sindacali e i vertici di Sàfilo, dopo l'annuncio dell'azienda di una ristrutturazione con 700 esuberi, lo scorso 10 dicembre. È quanto si apprende dal vertice, iniziato in mattinata, e che ha tenute impegnate le parti fino a metà pomeriggio. Nello specifico, il primo incontro è fissato per venerdì mattina, a Udine, per affrontare la gestione dei 250 esuberi dipendenti della sede di Martignacco (Udine) per la quale è prevista la chiusura. A questo proposito l'ipotesi è quella di un ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Il compito di individuare un acquirente per l'impianto sarebbe già stato affidato da Safilo ad un advisor. Relativamente alla sede di Longarone, per la quale il piano prevede la fuoriuscita di 400 unità, non si esclude che possa essere percorsa l'ipotesi di contratti di solidarietà fra tutti i circa 900 addetti. Questo sarà al centro di un confronto fra azienda e organizzazioni dei lavoratori lunedì prossimo, a Belluno.


No contratti di solidarietà a Padova.  Per quanto riguarda la sede centrale di Padova, infine, dove ad uscire dovrebbero essere 50 addetti, la trattativa è fissata sempre per lunedì prossimo, al pomeriggio. L'azienda esclude che in questo caso possa essere percorsa la soluzione di contratti di solidarietà e ciò che verrà proposto sarà dunque l'avvio di procedure di mobilità. Gli esiti dei confronti saranno portati all'attenzione del Ministero per lo sviluppo economico il prossimo 16 gennaio. Con una nota unitaria i sindacati hanno espresso «netta contrarietà» al piano di Sàfilo. 
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Il Gazzettino