PORDENONE - Un post su Facebook scatena il dibattito e tra i tanti commenti qualcuno, come spesso accade, finisce in un capo di imputazione. I processi per diffamazione aggravata...
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La vittima è un’insegnante sacilese che tre anni fa, contrariata dai toni di un colloquio, aveva scritto il seguente messaggio: «Questa sera qualcuno mi ha detto che le donne servono solo ad avere figli... quindi siamo un contenitore per sfornare figli... per me questi uomini non servono a un benemerito fico secco!!!». Tutti gli amici avevano letto la frase. Avrebbe potuto leggerla anche chi non aveva ottenuto l’amicizia, perchè il profilo Facebook della donna è pubblico, chiunque può visitarlo. Tra i vari commenti si leggono anche quelli di Costalonga. Non condivide quanto "postato" dall’insegnante, gli scappa un insulto pesante e nel far presente che la titolare del profilo ha mal interpretato un suo pensiero, si lascia andare a un commento sulla sua attività lavorativa: «.. bisogna stare attenti a non mandare i figli da questo genere di maestre perchè insegnano una falsa educazione e una falsa visione della natura, oltre a non avere alcuna delicatezza femminile». Qualcuno interviene in difesa dell’insegnante, ma non è sufficiente a quietare le acque e scatta la denuncia ora sfociata in un processo per presunta diffamazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino