SACILE - «Quello che cerco è un lavoro anche saltuario, che mi consenta di poter risolvere il problema dell'alloggio, è sempre più difficile...
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A questo punto, non sa più cosa fare. «L'aver chiesto ospitalità a Il Gazzettino mi è costato molto e se ho deciso di farlo è perché veramente non posso continuare a vivere in questo modo». Ma qualche speranza ora ce l'ha, dopo aver preso atto adelle dichiarazioni della responsabile dei Servizi sociali, che si è dichiarata disponibile a seguirmi attraverso un progetti specifico coordinato e concordato con il Servizio che mi segue dal mio ricovero in ospedale a Pordenone».
E la drammatica vicenda che sta vivendo la sacilese ha trovato ampi spazi sui social, dove tante persone hanno palesato il loro stupore per il fatto che, in una Sacile aperta alla solidarietà e all'integrazione possano esserci situazioni di abbandono come quello appreso dal Gazzettino. Persone di ogni età che richiamo al loro dovere le Istituzioni. Accanto a loro anche gruppi che operano nel volontariato che si sono dichiarati disposti ad aiutare la concittadina, tra queste, le amiche di un gruppo di Auto aiuto che vorrebbero, in qualche modo dare una mano alla donna e che attendono solo di avere la possibilità di contattarla. Accanto a loro c'è anche il gruppo Aiutiamoci a vivere rimasto colpite dalla vicenda di C.C., pronto a incontrare la trentaseienne per cercare di aiutarla in qualche modo a superare questo momento difficile.
E sulla vicenda è intervenuto anche l'ex assessore e ora consigliere comunale della Lega, Placido Fundarò, sottolineando come «fatti di questi genere non possono e non devono accadere. È inconcepibile che a Sacile una nostra concittadina debba dormire in auto, in quanto non sono percorribili altri percorsi da parte dei servizi sociali, mentre rifugiati e non del progetto Sprar, possano godere di vitto ed alloggio gratis... È paradossale. Quando abbiamo sollevato il problema sulla eticità dell'accoglienza diffusa - aggiunge Fundarò -, messa a paragone con la nostra povertà, ci hanno sempre risposto che a Sacile questo non sarebbe mai successo, perché i nostri poveri avrebbero sempre avuto la protezione dei nostri Servizi sociali, e che le nostre argomentazioni erano solo strumentali. Oggi davanti a questo caso, dovesse anche restare isolato, noi pretendiamo, un trattamento almeno equo rispetto a quanto viene investito per gli stranieri rifugiati». E infine l'esortazione, imperiosa: «L'alloggio deve saltar fuori - sottolinea Fundarò -, i pasti devono essere garantiti, almeno fin quando questa povera donna non riuscirà a recuperare la dignità di una occupazione. A Sacile, costi quel che costi, non può passare neanche l'ipotesi che un'italiana trascorra l'inverno al freddo nella propria auto, mentre gli stranieri stanno al caldo di appartamenti pagati da noi tramite le cooperative». E, infine, il consigliere leghista chiama direttamente in causa l'assessore alle politiche Antonella Baldo e assieme a lei, il sindaco Carlo Spagnol: «Devono, senza se e senza ma, trovare immediatamente la soluzione, affinché questa vergogna scompaia dalle cronache sacilesi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino