Perse la vita in auto con la mamma: fu colpa sua, mandava sms

Luana Sisto e il luogo dell'impatto
SACCOLONGO (PD) - Ha dovuto attendere quattro anni per ottenere giustizia. Nicola Righetti, 36 anni, di Mestrino, non ha alcuna responsabilità per il pauroso schianto del 16...

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SACCOLONGO (PD) - Ha dovuto attendere quattro anni per ottenere giustizia. Nicola Righetti, 36 anni, di Mestrino, non ha alcuna responsabilità per il pauroso schianto del 16 giugno 2009 costato la vita a Luana Sisto, ventiseienne, e alla madre Filomena Vito, quarantottenne. Assolto perchè il fatto non sussiste.




Con questa formula il giudice Elena Lazzarin ha scagionato dall’accusa di omicidio colposo il conducente dell’Alfa Romeo 145, difeso dall’avvocato Pio Alessandro Meneghini. Al termine di un lungo contraddittorio con perizie tecniche discordanti tra loro il giudice ha ricostruito in questo modo la dinamica dell’incidente: «Lo studio degli elementi oggettivi a disposizione evidenzia quale causa esclusiva del sinistro l’irregolare condotta della conducente della Peugeot 206 Luana Sisto che, plausibilmente distratta dall’utilizzo del proprio cellulare, percorreva la ristretta carreggiata di via Pelosa tenendo un comportamento tale da impedirle il necessario controllo del proprio veicolo mentre si accingeva ad incrociare altre auto, in particolare l’Alfa Romeo di Righetti».



La giovane vittima avrebbe quindi invaso la corsia opposta provocando l’inevitabile collisione con la vettura del trentaseienne, che non aveva potuto fare nulla per evitare l’urto. A queste conclusioni erano giunti sia il consulente della difesa che il Ctu nominato dal giudice nell’ambito della causa civile promossa dallo stesso Righetti. Decisiva è risultata la condotta di Luana Sisto che avrebbe ripetutamente inviato e ricevuto sms dal fidanzato nei minuti che hanno preceduto lo scontro. Quest’ultimo aveva confermato la circostanza sia in sede di indagini che nel corso del dibattimento. Il giudice spiega anche le ragioni per cui l’opposta ricostruzione del consulente della Procura, il perito Agostino Chinello, non appare convincente: le tracce di pneumatici sul luogo dell’incidente, la testimonianza del primo soccorritore, che ha riferito di aver udito una frenata prima dell’urto, e soprattutto gli esiti dei tabulati telefonici sull’utenza di Luana Sisto che evidenziano «un’intensa attività di ricezione di sms nei momenti prossimi allo schianto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino