Rumatera, il gruppo veneziano e il nuovo album: «Siamo meno punk, ecco la nostra svolta dance»

Rumatera
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VENEZIA - Dopo uno stop in pandemia, hanno vissuto un dopo-covid particolarmente fruttuoso. E dopo "Made in Veneto" nel 2022, ora sul finire del 2023 i Rumatera son tornati sul palco - anzi, a bordo pista - con i concerti per il lancio del nuovo album "Après-Ski". «Da tempo frequentiamo la montagna in inverno - spiega la band di Pianiga - non solo piste e impianti di risalita, ma anche (e soprattutto) le baite e le feste che si fanno quando chiudono gli impianti. In questo album abbiamo messo in musica il clima delle feste sulle Dolomiti venete». In una stagione con poca neve ma molti sciatori, i concerti invernali - che nel format après-ski l sono più dj-set cantati - stanno andando bene. «C'è un bel clima di festa e di amicizia - dicono - Abbiamo inaugurato il tour ad Alleghe per scendere al Capitol di Pordenone. Crediamo molto nelle feste di montagna in pianura e torneremo il 16 febbraio al New Age di Roncade (TV) trasformato in una baita, drink di montagna e dress code sciistico».

FUORI SCHEMA
Nell'ultimo album è un po' cambiato il sound, con meno punk e più dance. «Negli anni abbiamo sperimentato un sacco di generi - ribatte Daniele Russo detto il Bullo - e in un concept-album sull'après-ski abbiamo scelto più elettronica che facesse ballare, per creare un clima di sana festa». Ecco uno dei segreti dei Rumatera: niente caselle. «Definirci punk rock o pop punk è un po' riduttivo - chiosa il Bullo - dato che negli anni abbiamo sperimentato molti generi musicali, dal punk all'hard rock, dal liscio al pop e al folk Negli anni Novanta in Veneto c'era un bel movimento punk e noi ci siamo arrivati tardi, però ci è sempre piaciuta quella musica e il primo album, "Rumatera", è punk rock in versione personale. Ci abbiamo messo canzoni cantate nella lingua della nostra regione e un racconto con sguardo ironico, per fare satira e regalare un sorriso a chi ci ascolta».

ROCKSTAR DIALETTALI
Come si diventa delle rockstar su scala dialettale? «Bisogna rivedere il concetto di rockstar. Noi siamo molto accessibili e inclusivi, ci trovi nei bar, nelle osterie, ai concerti delle altre band. Ci capita di suonare in contesti prestigiosi (come Sziget o Slam Dunk) ma anche alle sagre di paese e in piccoli festival». Quindi rockstar sul palco e poi piedi per terra. E il pubblico? «È molto local, ma appena capiamo come si fa svoltiamo glocal e finalmente diventiamo ricchi!». Intanto qualche soddisfazione se la son tolta, facendo un salto da Cazzago di Pianiga agli States per registrare un album. «Era tra i sogni nel cassetto e che si è realizzato con dedizione, costanza e voglia di fare», dichiara Russo. Come prevedibile, non mancano i fan su scala globale. «Spotify dice che abbiamo ascoltatori in tutto il mondo - approfondisce - in Brasile, in particolare. Siamo stati a suonare a Londra per i veneti trasferiti lì e sono stati concerti memorabili».

ALCOL FESTOSO


I Rumatera giocano sul tema della propensione (veneta) al consumo di alcol, ma non sembrano avere il problema del politicamente corretto. «Il nostro è un contesto di festa - replica Russo - ci si trova per divertirsi e lasciarsi andare, credo che bere qualche birra, ballare, cantare, urlare senza sentirsi giudicati sia in realtà politicamente corretto nel senso che non offende nessuno. Nessun astemio viene discriminato alle nostre feste, anzi sono ricercatissimi perché possono portarti a casa». Il loro punto di vista è da sempre molto ironico e goliardico. «La satira non serve per elevare un atteggiamento a modello - rimarca - ma piuttosto per riderci sopra, per mostrarne il lato comico. I nostri concerti non sono comizi politici o lezioni di scuola, sono feste». Dunque si sdrammatizza, perché «scherzandoci sopra le cose perdono peso e finiscono in una risata».

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Il Gazzettino