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ROMA - «È quanto meno curioso che i club firmatari - Femi Cz Rovigo, Petrarca Padova, Valorugby Emilia, Viadana e Sitav Lyons - lamentino una mancata conoscenza preventiva della revisione della formula del massimo campionato, avendo scelto tutte di non partecipare alle ultime due riunioni tra Fir e Club».
Così la Federugby risponde alle cinque società che, venerdì scorso, avevano diffuso una nota di protesta in cui sostenevano che «il nuovo campionato è stato deciso solo dalla Fir», lamentandosi di «non essere mai state coinvolte» nelle decisioni. La Fir aggunge anche che tre dei club (Rovigo, Padova e Emilia) «non aveano partecipato nemmeno a quella precedente. In tali occasioni era stato chiesto di accogliere o respingere la nuova formula proposta da Fir, comunicata a tutte le iscritte prima della delibera di consiglio federale».
Dalla prossima stagione, il format della massima serie cambierà, a partire dalla denominazione che non sarà più Top 10 ma Serie A di Elite, e sarà non più a dieci ma a nove squadre.
I cinque club ribellì contestano la formula e anche «l'inspiegabile eliminazione della Coppa Italia e l'altrettanto inspiegabile decisione di allestire un torneo per seconde squadrè, non previsto dalle norme federali e del quale non si comprende la motivazione tecnica». Tutto ciò suscita ora la replica della federazione che sottolinea anche come sia «allo stesso modo singolare constatare che si lamenti un livellamento verso il basso del massimo campionato, quando progettualità e contributi economici erogati da Fir alle Società vanno evidentemente in opposta direzione».
Oltretutto, secondo la Federugby, «la riunione di Verona del giugno 2021, con il pieno coinvolgimento dei club nell'alto livello, e il più recente inserimento dei migliori prospetti italiani delle Accademie U23 presso le società della serie A Elite, rappresentano due tappe primarie di un processo evolutivo del massimo campionato e del progetto formativo d'élite». Ed è bene precisare. secondo la federugby, che «ogni riunione organizzata in presenza o da remoto da Fir con i club ha avuto e avrà precisamente il fine di condividere e lavorare sinergicamente alla miglior evoluzione sportiva, organizzativa e commerciale del massimo campionato, in evidente antitesi all'unilateralità contestata».
Così la Fir continuerà «ad operare nell'interesse del torneo, delle società che vi partecipano, degli atleti, della Nazionale e dell'intero movimento, la cui sostenibilità è inscindibilmente connessa alla partecipazione italiana all'attività internazionale, e ai ricavi che da essa derivano».
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