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Una banconota da 20 euro autografata da Mario Draghi. È questo il bottino, pochi euro ma dall’alto valore affettivo, del furto messo a segno martedì sera a Solighetto. Ignoti all’ora di cena si sono introdotti nell’abitazione di Lorenzo Possamai al civico 50 di via Brandolini. Hanno ignorato oggetti di valore, come la tv e la macchina fotografica, per scappare con quei 20 euro. E pare che proprio l’improvviso arrivo a casa di Possamai abbia allontanato i ladri che erano ancora all’interno dell’abitazione. Nel mirino dei malviventi martedì anche altre case di Solighetto.
IL RACCONTO
«Erano circa le 19.30 quando sono rientrato a casa – ripercorre Possamai - Ho aperto il garage e poi ho notato la porta di casa aperta. Ho pensato che mia sorella l’avesse lasciata così per sbaglio. Quando mi sono avvicinato ho notato che c’era dello sporco a terra e che le stanze erano un po’ a soqquadro.
IL RICORDO
Il furto messo a segno a casa Possamai è stato di soli 20 euro, oltre ai danni causati agli infissi. Una banconota, però, dal grande valore affettivo. L’autografo risale ai tempi in cui Draghi era presidente della Banca Centrale Europea. «Era il 2016 e lavoravo come cuoco in Cina – ricorda Possamai - A Chengdu si tenne il G20 dei ministri della finanza e dei governatori delle banche centrali. Draghi alloggiava nell’albergo in cui lavoravo. E verso le 22 era arrivato al buffet. Probabilmente ero l’unico europeo in servizio in sala. Lo avevo visto solo alla televisione. Quando si è avvicinato al buffet gli ho chiesto: “Mi scusi, ma lei è Mario Draghi?”. E mi ha detto di sì. Ha preso da mangiare e si è seduto ad un tavolo. Poi mi ha chiesto alcune cose, essendo io italiano. Mi ha detto che gli piaceva molto la cucina piccante. Così gli ho portato una spezia piccante tipica di quella zona della Cina. Ha apprezzato molto e mi ha dato una mancia, quei 20 euro. Io gli ho detto: “Non mi dia nulla, mi salvi l’Euro”. Ma lui ha insistito e gli ho accettati: “Allora se proprio vuole, me li firmi”. E così su quella banconota da 20 euro, sotto alla sua firma stampata, è riportata a penna anche una firma in originale». Cinque anni sono trascorsi e ora Draghi è il presidente del Consiglio. «Quella banconota – dice Possamai – non l’avrei mai spesa. Era per me una ragione d’orgoglio. Spero che chi me l’ha rubata o chi se la troverà un giorno in mano se ne accorga ». Il sogno del pievigino sarebbe di poterla ritrovare prima o poi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino