Con la scusa di aiutare l'amica le porta via gioielli e pietre preziose per 10.000 euro

Con la scusa di aiutare l'amica le porta via gioielli e pietre preziose per 10.000 euro
TREVISO Si dice che l'occasione renda ladri o forse, più semplicemente, c'era bisogno di soldi e quel tesoretto, racimolato di fretta e furia, era quello di cui la...

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TREVISO Si dice che l'occasione renda ladri o forse, più semplicemente, c'era bisogno di soldi e quel tesoretto, racimolato di fretta e furia, era quello di cui la ladra aveva bisogno. Fatto sta che dai cassetti di una casa in via Aleardi sono spariti, in poco più di una mese, qualcosa come diecimila euro in monili, anelli con pietre preziose fra cui uno smeraldo, catenine, pendagli con sopra rubini. Ricordi di famiglia che hanno preso tutti la strada del compra oro mai più restituiti. Di quel furto si è autoaccusata una donna di 68 anni, vicina di casa e amica della famiglia a cui sono stati sottratti. E ora l'autrice di quel sacco, compiuto praticamente sotto il naso della vittima, è finita a processo con l'accusa di furto. La prossima settimana l'udienza che prenderà in esame la richiesta di messa alla prova della ladra, cosa contro cui si è opposta la donna, una 54enne, cui sono stati trafugati non tanto preziosi quanto ricordi dei genitori, entrambi deceduti, costituitasi come parte civile e difesa dall'avvocato Davide Favotto.

LA STORIA La vicenda prende vita tra il 6 luglio e il 31 agosto del 2017. La protagonista è una vicina di casa, da sempre amica della donna che ha subito il furto; una conoscenza intima e che risale a quando le due erano poco più che ragazzine. La 54enne patisce la scomparsa del padre, morto il 6 luglio dello stesso anno, dopo una lunga malattia. Rimasta sola la donna decide di mettere mano ai ricordi di famiglia e apre il baule dove c'è tutto ciò che i genitori le hanno lasciato, tra cui dei monili d'oro e altri oggetti di valore. Tutto è in ordine ma il 31 agosto, una volta presa la briga di ricontrollare, si accorge che all'appello mancano parecchi di quei gioielli di famiglia.

LA DENUNCIA Informati i carabinieri i sospetti si concentrano subito su qualcuno che conosce bene l'abitazione perché non vi sono segni d'infrazione e soprattutto l'attenzione dei ladri si è rivolta subito agli oggetti di valore, invece di ispezionare le altre parti dell'abitazione. C'è solo una persona che sa bene dove erano stati messi i monili: è quell'amica di famiglia, vicina di casa, che si era proposta di aiutare con piccoli lavoretti domestici e soprattutto di assistere il padre quando le sue condizioni si erano notevolmente aggravate. La 54enne, su consiglio degli investigatori, avvisa l'amica, si fa per dire, non solo del furto ma soprattutto della sua intenzione di sporgere formale denuncia. All'inizio la vicina di casa resta impassibile, facendo come se la cosa non la riguardasse. Poi, qualche giorno dopo, la confessione: «Li ho presi io, ma non i gemelli d'oro e l'anello di fidanzamento di tuo papà. E comunque posso recuperare tutto». Le due si incontrano di lì a poco: ma la ladra, rea confessa, in quella occasione ammette di aver preso anche gli affetti personali che prima aveva negato di aver rubato, aggiungendo che la refurtiva è stata data tutta, in cambio di una somma di denaro, a due negozi compra-oro del centro. E così la vittima decide di rivolgersi ai due esercizi commerciali ma non le viene detto nulla per motivi di privacy. Allora, inevitabile, scatta la denuncia. 

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Il Gazzettino