La promessa della Regione: «Rsa di Sacile da riaprire in tempi brevi»

La Rsa di Sacile
SACILE - Per il comparto sanitario sacilese sono i giorni più tesi. La chiusura provvisoria della Rsa, dovuta a un appalto contestato che ha ritardato anche la riapertura...

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SACILE - Per il comparto sanitario sacilese sono i giorni più tesi. La chiusura provvisoria della Rsa, dovuta a un appalto contestato che ha ritardato anche la riapertura del polo di Casa Serena a Pordenone, ha alzato il livello dello scontro politico. 


Così, per provare a riportare la calma e per parlare di prospettive, ieri il vicepresidente della Regione Riccardi ha fatto visita alla struttura del capoluogo liventino. Ribadendo una promessa: la Rsa riaprirà. 


LA RASSICURAZIONE
«La Regione cercherà di fronteggiare al meglio la situazione che si è creata a seguito del mancato subentro della cooperativa che si era aggiudicata la gestione della Rsa di Sacile: verificato di persona che l’emergenza è stata gestita in totale accordo con le famiglie degli ospiti e creando il minor disagio, ora la Regione si attiverà per la riapertura della Rsa nei più brevi tempi possibili».
È quanto ha garantito ieri il vicepresidente con delega alla Salute Riccardi al termine della visita che ha effettuato al reparto della Struttura intermedia polifunzionale (Sip) di Sacile, dove sono stati trasferiti cinque dei pazienti fragili, meno stabili, dei diciannove che erano accolti nella Rsa.


I PROGETTI 
Il vicepresidente ha ribadito la necessità di ingenti investimenti nella rete delle cure intermedie del territorio, a cui l’amministrazione regionale garantirà copertura finanziaria, individuando però contestualmente come il problema del reperimento di professionalità mediche e infermieristiche resti endemico e sia doveroso da risolvere a seguito di decenni di trascuratezza. 
Nel confronto con Stefano Baracetti e Maria Anna Conte, rispettivamente responsabile di Sip e Rsa a Sacile e direttore facente funzione della Rete cure intermedie, palliative e hospice, Riccardi ha potuto verificare che dei diciannove pazienti cinque sono stati dimessi seguendo quanto già programmato prima del verificarsi dell’emergenza, cinque sono stati trasferiti al terzo piano della struttura di Sacile, tre con importanti necessità riabilitative sono stati trasferiti a Roveredo, la Rsa più vicina a Sacile, due a Maniago e due ad Azzano Decimo. 
Le ambulanze, con la collaborazione dei mezzi ospedalieri, sono state organizzate su due giorni, in maniera da poter seguire personalmente tutti i trasferimenti. I responsabili dell’Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo) hanno spiegato al vicepresidente che tutti i familiari sono stati avvisati e informati della problematica grazie alla collaborazione del direttore del Distretto, che ha anche seguito tutte le procedure dei trasferimenti, e della responsabile della Piattaforma cure intermedie del Servizio infermieristico territoriale che ha supportato il personale uscente con estrema professionalità.


L’APPOGGIO


La Sip, con la collaborazione della coordinatrice infermieristica, pur avendo in reparto tre pazienti ventilati ed altri due tracheostomizzati, ha accolto gli ospiti della Rsa arrivando a 24, il numero massimo considerando gli isolamenti e le stanze singole, e manterrà posti letto disponibili per il Sacilese. Tutti i direttori di Distretto - è stato reso noto - si sono resi disponibili ad accogliere i pazienti del Sacilese in maniera tale da non recare ulteriore disagio con liste d’attesa al territorio.

 

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Il Gazzettino